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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (4 luglio 2025)
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  • Papa all'Angelus: "Solo incontrando Gesù si scopre la verità"

    Grande profeta della giustizia e dell’amore, sapiente maestro di vita, rivoluzionario, sognatore dei sogni di Dio. Molte, spiega il Papa all’Angelus di oggi,  le definizioni che il mondo nel corso dei secoli ha dato di Gesù, ma solo quella data da Pietro, “si staglia ancora oggi, semplice e netta".

    L'incontro con la verità

    “Una cosa è seguire l’opinione corrente, e un’altra è incontrare Lui e aprirsi al Suo mistero: lì si scopre la verità”. Affacciatosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Pontefice si sofferma su un episodio che definisce “fondamentale per il nostro cammino di fede”, il dialogo in cui Gesù pone ai suoi discepoli la domanda sulla sua identità. Egli dapprima chiede: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” e poi interpella direttamente loro: “Voi, chi dite che io sia?”. Con queste due domande, spiega il Papa, Gesù sembra dire che “l’opinione comune contiene una risposta vera ma parziale; Pietro, e con lui la Chiesa di ieri, di oggi e di sempre, risponde, per grazia di Dio, la verità”.

    Aprirsi al mistero di Gesù tramite la grazia

    Nel corso dei secoli Gesù è stato definito un grande profeta della giustizia e dell’amore; un sapiente maestro di vita; un rivoluzionario; un sognatore dei sogni di Dio, ma Gesù, chiarisce Francesco, “è il Figlio di Dio: perciò è perennemente vivo Lui come è eternamente vivo il Padre suo. E’ questa la novità che la grazia accende nel cuore di chi si apre al mistero di Gesù: la certezza non matematica, ma ancora più forte, interiore, di aver incontrato la Sorgente della Vita, la Vita stessa fatta carne, visibile e tangibile in mezzo a noi”.

    Una preghiera per la Chiesa

    Richiamando la promessa di Gesù a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, il Papa rimarca che è la prima volta che “Gesù pronuncia la parola ‘Chiesa’: e lo fa esprimendo tutto il suo amore verso di essa, che definisce ‘la mia Chiesa’”. Di qui la preghiera al Signore di concedere “alla Chiesa, a Roma e nel mondo intero, di essere sempre fedele al Vangelo, al cui servizio i santi Pietro e Paolo hanno consacrato la loro vita”.

    Il saluto ai nuovi cardinali e arcivescovi

    Dopo aver recitato una preghiera del Beato Paolo VI e aver pregato affinché il Signore, attraverso l’intercessione di Maria, “conceda alla Chiesa, a Roma e nel mondo intero, di essere sempre fedele al Vangelo”, Papa Francesco ha salutato i nuovi cardinali creati nel Concistoro di ieri e gli arcivescovi metropoliti ai quali questa mattina ha benedetto il pallio, augurando loro di “vivere sempre con entusiasmo e generosità il loro servizio al Vangelo e alla Chiesa”. Un saluto anche alla delegazione venuta a Roma a nome del patriarca ecumenico, “il caro fratello Bartolomeo” e ai fedeli di Roma, nel giorno della festa dei Santi patroni, ringraziando la “Pro loco” romana per la tradizionale infiorata “realizzata da diversi artisti e da tante realità associative e del volontariato”.

    Agenzie/red

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