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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (26 aprile 2025)
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  • Corinne Zaugg, giornalista e presidente UFCT COMMENTO

    Papa Bergoglio: la voce data alle donne e i passi inediti. Ora tocca al suo successore

    di Corinne Zaugg*

    Sin da quel lontano «Buonasera» con cui Jorge Mario Bergoglio ha salutato la piazza che lo acclamava 266° pontefice della storia, il Papa ha sempre dichiarato e riconosciuto l’importanza delle donne per la vita della Chiesa. «Non c’è Chiesa senza le donne», «la Chiesa è donna», «occorre ampliare gli spazi di presenza femminile nella Chiesa», non si è mai stancato di ripetere in tante e diverse occasioni.

    «La donna argentina che gli insegnò a pensare»

    Papa Francesco era portatore di un’immagine femminile positiva che gli derivava dalla sua famiglia d’origine, dove le donne di casa erano figure significative e più tardi, ormai adulto, dalla sua grande amica Esther Balestrino, medico, marxista, tra le fondatrici del gruppo delle Madres de Plaza de Mayo. Rapita e uccisa dagli squadroni della morte durante la dittatura fascista in Argentina. Più volte dirà che «fu la donna che gli insegnò a pensare» e il cui insegnamento non dimenticherà più per tutta la vita. Nei dodici anni di pontificato affidò cariche molto importanti ad alcune donne.

    «Nomine femminili ai vertici e voto alle donne al Sinodo»

    Mai era successo prima: una la nominò «Prefetta», tre le inserì in altrettanti Dicasteri, ad una affidò il Governatorato del Vaticano, ad un’altra la direzione dei Musei vaticani, un’altra ancora divenne il volto del nuovo che avanza in ambito sinodale. Volle fortemente un sinodo per ascoltare le voci, i pensieri e i sogni di uomini e donne sulla Chiesa del futuro. Per la prima volta 54 donne vi hanno avuto il diritto di parola e di voto. Passi avanti importanti. Inediti. Forse inauditi per alcuni, ma anche per alcune che avrebbero preferito una Chiesa che tenesse le sue navi nel porto sicuro della tradizione piuttosto che inviarle in mezzo ai marosi, dove solo  Gesù riesce a dormire mentre si scatena la tempesta. Aveva in mente un femminile speculare al maschile, complementare. Al principio Petrino equiparò quello Mariano. Ruoli diversi ma pari dignità per entrambi i sessi. Si accorse che non era quello che le donne volevano. Convocò una teologa, madre di famiglia, una giovane suora docente universitaria e un teologo per chieder loro di spiegare a lui e al Consiglio dei cardinali cosa non funzionasse in questa visione. Ci furono quattro incontri pieni di domande, riflessioni, confronti anche serrati. Volle che gli interventi divenissero libro. Ne scrisse la prefazione dove si legge: «Non abbiamo ancora ascoltato abbastanza le donne».  Non ha posto le basi per il sacerdozio femminile, come forse il «mondo» si aspettava.

    «I cantieri aperti»

    Ha istituito due commissioni per indagare le possibilità del diaconato femminile. Ha spesso anche parlato della necessità di approntare una «teologia della donna», ignorando però che questa già esiste. Papa Francesco molto si è avvicinato alla stanza abitata dalle donne. Forse mai nessuno come lui. Senza però osare (per infiniti motivi) accendere l’interruttore della luce per scoprire quanto già c’è.  Sarà ora responsabilità di chi gli succederà avanzare in questo terreno da lui solo dissodato, per attraversarlo non da solo, ma in compagnia di quegli uomini e di quelle donne amati da Dio, la cui voce papa Francesco ha sempre cercato di ascoltare anche se forse non sempre è riuscito a comprenderla fino in fondo.

    *Presidente Unione Femminile Cattolica Ticinese

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