di Mario Galgano*
Il viaggio di papa Francesco in Corsica ha suscitato un dibattito non solo sull’importanza della tappa scelta, ma anche sull’assenza del Pontefice alla cerimonia di riapertura di Notre-Dame, la cattedrale simbolo della Francia, recentemente restaurata. Questa scelta solleva interrogativi sulla relazione tra il Vaticano e la Francia, nonché sul significato simbolico della Corsica per il Papa e la Chiesa cattolica. La Corsica, spesso percepita come periferia rispetto ai grandi centri europei, ha una forte tradizione cattolica e una storia intrecciata con la Santa Sede. Un legame che affonda le sue radici nel XVII secolo, quando i corsi furono scelti per costituire la Guardia Corsa del Papa, una forza d’élite incaricata della sicurezza a Roma. Sebbene questa esperienza si sia conclusa bruscamente a causa di tensioni con la Francia, il ricordo di quel servizio rimane vivido, con molti ex soldati corsi sepolti nelle chiese romane.
Oggi, la visita di papa Francesco potrebbe essere interpretata come un omaggio a questa tradizione e alla resilienza del popolo corso, che, pur vivendo su un’isola spesso dimenticata, ha saputo mantenere vivo il senso di appartenenza alla Chiesa universale.
Tuttavia, non si può ignorare l’assenza del Pontefice alla riapertura di Notre-Dame. La cattedrale, distrutta da un devastante incendio nel 2019, è un simbolo non solo della cristianità francese, ma dell’intera Europa. L’assenza del Papa ha alimentato speculazioni: c’è chi ha parlato di una possibile scelta diplomatica per evitare di essere percepito come semplice «comparsa» in un evento fortemente connotato dalla presenza del presidente Macron, fino alla possibilità di tensioni personali tra il Pontefice e il leader francese. Macron, ex studente dei gesuiti e canonico onorario della Basilica di San Giovanni in Laterano, ha spesso mostrato interesse verso i temi della fede. Eppure, la relazione tra i due leader sembra a taluni caratterizzata da una certa freddezza, soprattutto nei momenti più solenni. La scelta della Corsica potrebbe soprattutto riflettere un tratto distintivo del pontificato di Francesco: la predilezione per le periferie e per i luoghi meno centrali nel panorama globale. È un messaggio di inclusione, che pone l’attenzione su chi spesso resta ai margini delle grandi narrazioni internazionali. In Corsica, papa Francesco incontrerà una comunità profondamente radicata nella fede, ma anche alle prese con le sfide di una modernità che rischia di allontanare le nuove generazioni dalla spiritualità. Il viaggio diventa così un invito a riscoprire la bellezza della tradizione cristiana e a sentirsi parte di una Chiesa che abbraccia tutti, senza dimenticare nessuno. Infine, la visita del Papa alla Corsica può essere letta come un segnale forte: la Chiesa non si limita a celebrare i fasti dei grandi eventi, ma si impegna a costruire ponti anche nei luoghi meno illuminati dai riflettori. Francesco, con la sua predicazione, ricorda che il messaggio del Vangelo trova casa sia nelle grandi cattedrali che nei cuori delle piccole comunità, come quella corsa. Se da un lato l’assenza a Notre-Dame lascia spazio a riflessioni e interrogativi, dall’altro il viaggio in Corsica è un richiamo potente alla centralità delle periferie nella missione della Chiesa. Un gesto che, al di là delle polemiche, invita tutti a guardare con occhi nuovi le scelte di un Papa che non smette mai di sorprendere.
*giornalista di Vaticanmedia
Su «TV2000» le dirette del viaggio a partire dalle 9 di domenica.
La Sala stampa della Santa Sede aggiorna sulla salute di Bergoglio: quadro stazionario con lievi miglioramenti, come emerso dalla auscultazione dei polmoni. Nessuna comunicazione sulla presenza o meno del Papa ai riti della Settimana Santa.
I Reali inglesi, in viaggio in Italia dal 7 al 10 aprile, sono stati ricevuti oggi pomeriggio da Francesco privatamente a Casa Santa Marta, dove il Pontefice prosegue la convalescenza dopo il ricovero al Gemelli. Dal Papa e dal Re scambio di reciproci auguri di pronta guarigione.
Nella quarta catechesi su “La vita di Gesù. Gli incontri”, Francesco si sofferma sulla figura dell’uomo ricco del Vangelo di Marco. Questo tale è come se si fosse “costruito una nave di lusso” ma fosse “rimasto nel porto”, spiega il Pontefice.