di Cristina Vonzun
È iniziato l’anno scolastico 2025-2026. Un anno ricco di sfide anche per l’Ufficio di Istruzione religiosa scolastica (UIRS) affidato dal settembre 2024 a don Emanuele Di Marco. Delle novità e delle sfide dell’UIRS e della materia «ora di religione» nella Scuola pubblica si è parlato all’Assemblea del clero ticinese, lunedì 1. Settembre, a Muralto. Sono infatti una settantina i preti ticinesi attivi nella scuola pubblica in qualità di docenti di religione su un totale di 200 insegnanti della materia, meno sicuramente rispetto al passato e confrontati con un insegnamento da interpretare secondo categorie sociali e culturali diversissime da quelle solo di un ventennio fa. «La giornata è stata ben partecipata sia da parte dei presbiteri che da parte dei rappresentanti cantonali della scuola pubblica, caposezione e aggiunti. Da parte della scuola pubblica c’era una bella rappresentanza. Il clima era di fiducia reciproca e voglia di lavorare bene», spiega don Emanuele Di Marco, direttore dell’UIRS.
L’obiettivo generale è stato quello di presentare ai preti cosa è la scuola oggi. Lo si è fatto a livello generale al mattino e con alcuni temi specifici nel pomeriggio. Ai presbiteri sono stati anche esposti i vari cantieri aperti dall’UIRS in questo ultimo anno e le proposte per il nuovo anno scolastico. Don Emanuele mette l’accento sull’accompagnamento dei docenti e sul loro inserimento nell’ambiente della Scuola pubblica. «Se il docente è aiutato ed accompagnato sicuramente lavora in modo più sereno; quindi, diventa prioritario sentirsi parte di un gruppo, avere un rapporto chiaro con l’UIRS ma anche con la direzione e con il Cantone. La presenza all’Assemblea dei capisezione e degli aggiunti ha chiarito il ruolo dell’UIRS in rapporto a docenti e Cantone». Il docente di religione, quindi, può e deve sentirsi, nell’ambito della scuola, parte del corpo docente, esperienza impegnativa ma pure arricchente e inclusiva.
Sguardo d’insieme e temi specifici
Tra i temi specifici «abbiamo trattato la diversa capacità di apprendimento dei bambini e ragazzi di oggi rispetto alle generazioni precedenti». Grazie ad esperti, i partecipanti sono stati aiutati a prenderne consapevolezza. «L’obiettivo era far cogliere la possibilità delle iscrizioni ad ulteriori attività che proporremo per la formazione dei docenti». Si è trattato anche il tema dei gesti opportuni e non opportuni. «La scuola – prosegue Di Marco - si è dotata di un codice importante sugli atteggiamenti inopportuni; quindi, abbiamo riflettuto non solo a livello teorico, ma aiutati anche da esempi». Il riscontro dei preti è stato positivo. «Il mondo cambia, la scuola ha esigenze nuove, il contesto culturale ci chiede una presenza diversa rispetto alla comfort zone», sottolinea Di Marco che considera questo un tempo «opportuno di riflessione per una disciplina che spesso soffre di pregiudizi, ma che, se fatta bene, offre criteri importanti per capire il contesto dove si vive».
Chiavi del lettura sulla frequenza
Durante la giornata sono stati presentati anche dei dati di frequenza. Il 40% ca. di allievi frequenta religione nei primi due anni di scuola media, mentre in terza media la percentuale scende a circa il 13%. In quarta media c’è l’ora obbligatoria di storia delle religioni gestita dal Cantone. «Riguardo alla frequenza dipende molto dalle classi, sia alle elementari come alle medie. Abbiamo classi delle elementari con un 99% di allievi iscritti e classi dove si scende drasticamente. Sono diversi i fattori: vi contribuisce il docente, il contesto culturale del comune, la collaborazione attiva interna alla scuola. Fare un panorama è difficilissimo. Quando però un docente lavora bene, la situazione generalmente è in controtendenza positiva rispetto alle statistiche più negative. Ad esempio: se i docenti di religione hanno un buon rapporto con i docenti titolari, questi vengono coinvolti nell’affrontare diversi temi». Anche questo è uno stimolo a trovare forme di disponibilità. La nostra presenza nella scuola è di scelta opzionale, quindi penso che questa opzionalità vada curata», conclude don Di Marco.
La celebrazione conclusiva dell'Assemblea del clero, alla Madonna del Sasso

Le proposte: vademecum e coaching
Alla giornata è stato pure presentato un Vademecum realizzato dall’UIRS per le Scuole pubbliche dove si trovano – tra altre informazioni – anche quali sono i diritti e doveri dei docenti di religione, le disponibilità di tempo richieste e altre informazioni sull’ora di religione, comprese quelle fondamentali riguardo all’iscrizione e disiscrizione. Tra le novità UIRS segnalate c’è la proposta di un coaching per i docenti che lo necessitano, la messa a tema di nuovi contratti per i docenti di religione alle elementari e l’arrivo, tra qualche mese, di un nuovo sito.
L'UIRS e l'ora di religione nella scuola pubblica ticinese
La legge sulla scuola del 1990 e la convenzione per l’Insegnamento Religioso scolastico (2017) regolano la presenza della religione nella scuola in Ticino. I compiti dell’UIRS, in stretta collaborazione tra le autorità cantonali ed ecclesiali, sono la formazione e la vigilanza.
I docenti di religione nella scuola pubblica ticinese nell’anno scolastico 2025-2026 sono:
156 nelle scuole elementari di cui 66 presbiteri
29 nella scuola media di cui 12 presbiteri
10 nella scuola media superiore e professionali di cui 6 presbiteri
11 nella scuola speciale di cui 1 presbitero
Complessivamente vengono impartite 825 ore di religione alla settimana nella scuola elementare e 179 nella scuola media.
fonte: dati UIRS