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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (27 agosto 2025)
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  • preti durante una liturgia COMMENTO

    "Preti usa e getta?" Una pubblicazione che fa riflettere

    È  uscito lo scorso mese di giugno l’ultimo saggio sul ministero ordinato di Giovanni Frausini, docente di Teologia sacramentaria presso l’Istituto teologico marchigiano, con la presentazione di Erio Castellucci, vescovo di Modena e vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, teologo particolarmente attento al tema del ministero.

    Nella presentazione si legge: «La ricerca si colloca pienamente sulla scia del sinodo, entrando nelle maggiori questioni che affronta oggi la Chiesa nel mondo. Sono questioni di carattere teologico, come la fondazione del ministero ordinato nella sua tripartizione e nella sua relazione con tutti i battezzati; questioni di carattere spirituale, come lo sviluppo delle tipologie ministeriali nella storia o la relazione tra celibato e presbiterato; questioni di carattere pastorale, come il sovraccarico di compiti sui parroci, la moltiplicazione delle messe e delle celebrazioni “in attesa di presbitero” o le forme di vita comunitaria dei ministri ordinati (preti e vescovi).

    Con uno stile spigliato e talvolta ironico, senza lesinare aneddoti anche personali, l’autore mette a frutto, da una parte, la sua personale esperienza di presbitero e di medico psicologo clinico e, dall’altra, la sua ormai pluridecennale frequentazione della letteratura teologica e pastorale su tali argomenti. Si rende necessaria, a suo dire, una revisione strutturale dell’attuale iter di preparazione al ministero presbiterale, che superi la forma del “seminario” e istituisca percorsi che integrano meglio la dimensione teologica, spirituale e “collegiale” con un’esperienza viva di comunità cristiana, missione e servizio».

    Un ministero che muta

    Se la società e la comunità cristiana sono profondamente mutate, necessariamente anche il ministero muta, perché esiste una profonda connessione tra queste realtà.

    Il ministero ordinato è stato visto nei secoli in molti modi: dal servizio alla Chiesa, Corpo di Cristo, dei Padri, al servizio al Corpo di Cristo che è l’eucaristia, nel Medioevo. Da allora fino ad oggi la differenza tra ministri ordinati e laici è stata interpretata con l’agere in persona Christi dei ministri ordinati. Ma con l’insegnamento del Concilio sulla liturgia, che vede tutta la Chiesa partecipe dell’azione rituale, agire unita a Cristo, come suo corpo, siamo costretti a ripensare la distinzione tra ministri e laici.

    I preti di cui ha bisogno la Chiesa

    Quello che è certo è che il ministero non nasce dalla Chiesa ma da Cristo, tuttavia è trasmesso attraverso la Chiesa ed è per la Chiesa. Essa vive la sua vita nelle comunità nelle quali vi sono ministeri diversi da armonizzare nella sinfonia sinodale.

    Da qui l’esigenza di rivedere sia come e chi chiamare al ministero, come formarlo e quale stile di vita proporgli.

    Preti usati semplicemente per i sacramenti o solo per iniziative sociali non sono quelli di cui ha bisogno la Chiesa oggi. Preti usa e getta non sono utili per edificare la Chiesa di Cristo, quella che Gesù ha consegnato a noi e a tutte le generazioni come Chiesa apostolica.

    articolo tratto da Settimananews

    La scheda: Giovanni Frausini, Preti usa e getta? Le comunità e i loro preti, Presentazione di Erio Castellucci, EDB, Bologna 2025, pp. 232.

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