Almeno dodici persone, tra cui un pastore protestante e sua moglie, sono state rapite domenica 30 novembre durante le funzioni religiose in una chiesa in un’area rurale della Nigeria centrale. Si tratta dell’ultimo di una serie di rapimenti di massa avvenuti nel Paese africano, dove nelle ultime settimane si è assistito a un’impennata di questi episodi tanto che il governo di Abuja ha dichiarato lo stato di emergenza per la sicurezza nazionale.
Una lunga scia di violenze
L’ultimo attacco dei banditi, come dichiarato dalle autorità locali, ha colpito la chiesa di nuova istituzione dei cherubini e dei serafini nel villaggio di Ejiba, nella circoscrizione di Yagba West, nello Stato di Kogi. "Dodici persone sono scomparse" e la polizia, arrivata in elicottero, "sta continuando le ricerche", ha dichiarato Kingsley Femi Fanwo, commissario per l’informazione dello Stato. Nelle ultime due settimane oltre 300 studenti della scuola cattolica St. Mary sono stati rapiti nello Stato nord occidentale del Niger, così come 38 membri di una chiesa nello Stato di Kwara che sono stati poi liberati. La Nigeria è da tempo alle prese con la "piaga" dei rapimenti, una pratica che ha visto episodi eclatanti come il sequestro di quasi 300 studentesse a Chibok, nello Stato di Borno, nel 2014 da parte dei Boko Haram, e che è tornata prepotentemente attuale in questi giorni dopo il rapimento di massa nella scuola cattolica di St. Mary, nel distretto di Agwara.
Rapimenti a scopo di estorsione
Se si escludono gli episodi di violenza nelle aree del nord-est della Nigeria, dov’è da anni imperversa il gruppo dello Stato islamico della provincia dell'Africa occidentale (Iswap), la maggior parte dei sequestri non è stata rivendicata ma è stata attribuita genericamente alle bande criminali che utilizzano i rapimenti di massa come attività per fare reddito. Gruppi armati, comunemente chiamati "banditi", stanno terrorizzando numerosi stati nel nord-ovest e nel centro del Paese, dove compiono rapimenti a scopo di estorsione, attaccano villaggi, uccidono i residenti e incendiano le case dopo averle saccheggiate. Mercoledì il presidente nigeriano, Bola Tinubu, ha proclamato lo stato d'emergenza autorizzando la polizia e i militari a reclutare nuovo personale da dispiegare per le operazioni di sicurezza.
Vatican News