di Silvia Guggiari
Fra Martino Dotta.Il «Natale delle periferie», così si potrebbe definire – utilizzando un’espressione amata da papa Francesco – il Natale che i volontari di «Casa Martini» a Locarno e del Centro «Bethlehem» all’interno della Masseria di Cornaredo a Lugano offriranno agli ospiti che parteciperanno al pranzo del 25 dicembre. Due strutture che durante l’anno si impegnano ad assicurare pasti caldi e che il giorno di Natale riescono, se possibile, a curare il loro servizio con più amore e dedizione di quanto già facciano ogni giorno. A raccontarcelo è fra’ Martino Dotta, direttore della «Fondazione Francesco» che gestisce i due centri.
Fra’ Martino, come si trascorrerà il 25 dicembre nelle strutture di Locarno e di Lugano?
Il giorno di Natale diventa un’occasione per una maggiore sensibilizzazione e anche per ricordare che dovrebbe essere Natale tutti i giorni, tutto l’anno. Sul piano della fede, Gesù ritorna ogni giorno tra noi, nella misura in cui lo sappiamo riconoscere e accogliere. Nei nostri Centri ci sarà un’atmosfera più festosa del solito con una maggiore presenza sia di volontari che di ospiti. A Lugano prevediamo circa 130 persone, a Locarno una cinquantina; daremo inoltre la possibilità di ritirare il pasto già pronto per chi lo desidera e a chi non può venire di persona verrà consegnato dai volontari. Ovviamente, essendo Natale, il menù sarà un po’ più ricco del solito. Inoltre verranno distribuiti biscotti e pacchetti regalo ai nostri ospiti, con uno sguardo particolare alle famiglie con bambini. Nel pomeriggio, attività e intrattenimenti permetteranno alle persone di trascorrere un momento di convivialità.
Sembra un buon modo per andare nel profondo del senso del Natale…
Vogliamo offrire un momento di serenità, partendo da un’accoglienza reciproca, senza distinzioni tra le persone: questo è un aspetto su cui puntiamo molto sia al centro «Bethlehem», sia a «Casa Martini». Accogliamo le persone così come si presentano, senza pretendere che siano né cittadini né tanto meno credenti migliori di quello che sono.
Qual è il bisogno più grande che leggete nelle persone che accogliete ogni giorno?
C’è un grande bisogno di socializzazione e di relazioni spontanee ed informali, di potersi semplicemente incontrare ed essere riconosciuti per quello che si è senza giudizio. Chi vive situazioni di disagio apprezza il fatto di avere qualcuno che lo ascolta, lo accoglie, lo incoraggia, lo consola quando è necessario, o gli offre le informazioni necessarie per trovare una soluzione al suo problema che può essere legato al mondo del lavoro, come anche all’alloggio o a problematiche familiari. Il nostro vuole essere un intervento a favore della persona a tutto campo.
La società cosa fa per voi e cosa potrebbe fare di più?
Quello che percepisco che spesso manca ancora è lo sguardo di attenzione e di tenerezza per le persone in generale e in particolare nei confronti di chi vive difficoltà, sofferenza e solitudine. Credo che questa attenzione possa essere un modo di testimoniare il Vangelo per chi è credente e per testimoniare la propria umanità condivisa per chi non fa riferimento a nessun credo specifico, ma comunque ha a cuore il benessere individuale e collettivo.
Come arrivano le persone da voi?
Spesso tramite il passa parola. Chi già frequenta le nostre strutture suggerisce o addirittura accompagna altre persone. Poi ci sono anche i servizi sociali che conoscono le situazioni di particolare difficoltà e suggeriscono di venire da noi per il pasto ma anche per una consulenza sociale di base. Spesso riscontriamo che le persone non sanno che hanno dei diritti, o non sanno come attivare delle prestazioni specifiche come anche riempire dei formulari. Noi forniamo un sostegno anche in questo senso.
Come è formato il gruppo di volontari?
A Lugano abbiamo una trentina di volontari che a turno ci sostengono sia nella distribuzione di pasti, sia nelle attività del pomeriggio proposte anche da gruppi esterni. A Locarno vorremmo promuovere delle attività simili proprio per rendere più fruibile lo spazio non solo per i pasti che restano un aspetto fondamentale della nostra offerta, ma anche di convivialità e di attività ludiche come anche formative. Ci rendiamo conto che per il benessere della persona è importate considerare tutti gli aspetti.
Come si possono sostenere le attività del «Centro Bethlehem» e di «Casa Martini»?
In occasione del Natale, stiamo promuovendo una raccolta fondi per sostenere le attività a Lugano e a Locarno attraverso il nostro portale www.regaloamico.ch: qui si ha anche la possibilità, a Natale come nel corso di tutto l’anno, di comprare una cartolina simbolica e sostenere i nostri ospiti con l’acquisto di una coperta, piuttosto che di pasti gratuiti.
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli