Almeno 144 persone uccise dai primi di dicembre, fra le quali vi sono almeno 27 bambini, colpite a morte dalle mine anti-uomo sparse per i terreni e all’interno delle case o colpiti da ordigni inesplosi, retaggio del conflitto tuttora in corso in alcune aree. Dalla caduta del regime di Damasco, con la fuga precipitosa del presidente Bashar al-Assad in Russia in seguito all’avanzata dei miliziani di Hay’at Tahrir al-Sham (Hts), è questo il nuovo fronte di emergenza apertosi in Siria per la popolazione civile: gli ordigni sepolti sotto terra, che si uniscono agli effetti della guerra tuttora in corso, alle sanzioni e alla “bomba della povertà”. A lanciare l’allarme è l’ong internazionale Halo Trust, specializzata nello sminamento e nel disinnesco degli ordigni, che chiede di rafforzare le operazioni di bonifica per scongiurare ulteriori vittime.
Si stima inoltre che in Siria 16,7 milioni di persone, tra cui 7,5 milioni di bambini, abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Più di 7,2 milioni di persone sono ancora sfollate. La continua crisi economica ha spinto più dell’85% delle famiglie in povertà: è quanto riferito da Ted Chaiban vicedirettore generale dell’Unicef per l’azione umanitaria e le operazioni di rifornimento, a conclusione della sua missione in Siria. Quasi il 40% degli ospedali e delle strutture sanitarie sono parzialmente o completamente non funzionanti. Quasi 13,6 milioni di persone necessitano di servizi idrici, sanitari e igienici migliori. 2,4 milioni di bambini sono fuori dalla scuola e un altro milione rischia di abbandonarla.
Negli ultimi 13 anni, le Nazioni Unite hanno verificato circa 25.500 gravi violazioni in Siria, tra cui il reclutamento di bambini e l’uccisione e la mutilazione di bambini. “Eppure, in mezzo a questa devastazione, ho incontrato famiglie determinate a tornare e a ricostruire le loro vite – ha detto Chaiban -. La loro resilienza è di grande ispirazione, ma non possono farcela da sole. Un’azione immediata è fondamentale per ripristinare i servizi essenziali e creare le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso. Questo ritorno sicuro non può essere raggiunto senza un’intensificazione degli sforzi di sminamento umanitario per rimuovere i 324.000 ordigni inesplosi (UXO) sparsi nel Paese. Queste minacce invisibili sono diventate la principale causa di vittime infantili in Siria, uccidendo o ferendo più di 116 bambini solo nel dicembre 2024”.
Asianews/agensir/red
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