Papa Francesco avrebbe autorizzato la Fraternità Sacerdotale di St. Pierré (FSSP) ad usare il rito tridentino. Fondata ad Hauterive (Friborgo) nel 1988 da una dozzina di sacerdoti e seminaristi, ex membri della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, che avevano rifiutato lo scisma dell'arcivescovo Marcel Lefebvre, che aveva ordinato quattro vescovi il 30 giugno 1988 a Ecône (VS), contro la volontà del Papa. Il pontefice - come comunica il sito di questa fraternità- avrebbe firmato un decreto l'11 febbraio 2022 che esenta i sacerdoti della Fraternità in comunione con la Santa Sede dalle disposizioni del Motu proprio "Traditionis Custodes" che limitano le possibilità di celebrare la Messa tridentina. Nel sito della stessa fraternità c'è un testo in word che riporterebbe lo scritto papale.
La Fraternità Sacerdotale di San Pietro, con sede a Friburgo (Svizzera), lo ha confermato con un comunicato ufficiale pubblicato il 21 febbraio 2022. L'incertezza che aleggiava da diversi mesi sarebbe stata risolta dopo un'udienza privata di quasi un'ora concessa da Francesco, il 4 febbraio, all'abbé Benoît Paul-Joseph, superiore del distretto francese della FSSP, e a Vincent Ribeton, rettore del seminario di San Pietro a Wigratzbad, in Germania, dove sono in formazione 90 seminaristi. Questo incontro non era nell'agenda pubblica del pontefice.
Atmosfera definita dai membri della fraternità come "molto cordiale"
"L'incontro tra il Papa e i membri della Fraternità è andato bene, in un'atmosfera molto cordiale. Parlando della nascita della Fraternità nel 1988, il Papa ha detto di essere stato molto colpito dall'approccio dei suoi fondatori, dal loro desiderio di rimanere fedeli al Romano Pontefice e dalla loro fiducia nella Chiesa. Ha detto che questo gesto dovrebbe essere 'preservato, protetto e incoraggiato'", come rende noto la stessa FSSP.
Durante questa udienza, continua il comunicato, il Papa ha chiarito che istituti come la Fraternità di San Pietro non sono interessati dalle disposizioni generali del Motu Proprio "Traditionis Custodes", essendo l'uso dei libri liturgici antichi all'origine della loro esistenza e previsto dalle loro costituzioni.
Società di vita apostolica "di diritto pontificio
Papa Francesco -come scrivono i membri della fraternità- avrebbe successivamente inviato un decreto da lui firmato e datato 11 febbraio, giorno in cui la Società è stata solennemente consacrata al Cuore Immacolato di Maria. "Il Santo Padre Francesco concede ad ogni singolo membro della Società di Vita Apostolica 'Fraternità di San Pietro', fondata il 18 luglio 1988 e dichiarata 'di diritto pontificio' dalla Santa Sede, la facoltà di celebrare la Messa, di amministrare i sacramenti e altri sacri riti, e di eseguire l'Ufficio Divino secondo le edizioni tipiche dei libri liturgici in vigore nel 1962, cioè il Messale, il Rituale, il Pontificale e il Breviario Romano", si legge nel testo in latino e spagnolo, riprodotto in francese sul sito della FSSP.
La benedizione di Papa Francesco
All'inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha espresso la sua stima per il lavoro della FSSP. In un messaggio indirizzato il 29 ottobre 2013 a padre Vincent Ribeton, allora superiore del distretto FSSP di Francia, aveva rivolto la sua benedizione apostolica ai membri della Fraternità in occasione del 25° anniversario della fondazione. Per più di tre decenni, la FSSP, che attualmente conta circa 330 sacerdoti, si è sviluppata soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. È presente in Francia in una quarantina di diocesi.
All'epoca, il vescovo di Roma lodò il "grande spirito di obbedienza e di speranza" dei fondatori, che si erano "rivolti con fiducia al successore di Pietro per offrire ai fedeli legati al Messale del 1962 la possibilità di vivere la loro fede nella piena comunione della Chiesa".
Il Papa ha anche invitato la comunità a "partecipare attivamente alla missione della Chiesa nel mondo di oggi, attraverso la testimonianza di una vita santa, una fede ferma e una carità inventiva e generosa". Riconoscendo il carisma della FSSP, ha accolto con favore il suo contributo "per una migliore comprensione e attuazione del Concilio Vaticano II", collegando la celebrazione dei "sacri misteri secondo la Forma Straordinaria del Rito Romano" con "la fedeltà alla tradizione vivente della Chiesa".
Un'estensione ad altri istituti?
Il settimanale francese "Famille chrétienne" ha riferito il 21 febbraio che si sta preparando un decreto forse per marzo 2022, per specificare le esenzioni di cui potrebbero beneficiare altre comunità che celebrano in latino ma non scismatiche. Queste comunità sono il risultato del Motu Proprio "Ecclesia Dei", firmato da Papa Giovanni Paolo II il 2 luglio 1988, che mirava a incoraggiare il ritorno all'autorità papale di chierici e fedeli tentati di seguire l'arcivescovo Lefebvre nel suo rifiuto del Concilio Vaticano II.
Queste comunità possono seguire il rito tridentino nelle proprie chiese e oratori, e possono essere chiamate da alcuni vescovi ad assumere compiti liturgici e pastorali in altre chiese, purché siano in comunione con la diocesi. Però in alcuni casi, la partecipazione alla Messa Crismale è un ostacolo, data la riluttanza di alcuni sacerdoti tradizionalisti a concelebrare nella forma del rito post-conciliare. (cath.ch/com/imedia/fssp/be/testo ripreso e adattato da catt.ch)