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  • Tre nuovi sacerdoti per la Diocesi di Lugano. Le loro storie

    Tre nuovi sacerdoti per la Diocesi di Lugano. Le loro storie

    di Laura Quadri

    Un momento di festa per una svolta decisiva: l’ordinazione presbiterale che avrà luogo oggi nella Cattedrale di Lugano. È questo il passo che si apprestano a compiere, proprio oggi, tre diaconi della Diocesi di Lugano. Tra di loro troviamo Don Daniele Tornelli. Originario del cremonese, formatosi al seminario Redemptoris Mater di Melano, ha trascorso gli ultimi dodici mesi prima a Pregassona e poi a Giubiasco: «L’anno appena trascorso, da diacono, mi è stato utile per capire più a fondo la realtà delle parrocchie in Ticino e per relazionarmi con la loro gente. A Pregassona e Giubiasco ho incontrato molte persone, ho iniziato a conoscere la loro vita, che mi raccontavano parlando. È stato davvero bello».

    La formazione in missione

    Nella formazione per i seminaristi prevista dal Cammino neocatecumenale, ci spiega, «sono inoltre inclusi anche degli anni di missione. La mia l’ho svolta all’inizio nelle Marche, presso il Centro internazionale del Cammino, un servizio molto pratico, di aiuto all’evangelizzazione. In seguito, sempre evangelizzando, ho trascorso due anni in Puglia». Le esperienze del tempo di missione gli hanno fatto cogliere alcuni aspetti specifici della propria vocazione: «Ho capito che anche in Occidente è necessario lo spirito missionario. Annunciare il Vangelo è necessario anche qui. È la Parola di Dio che illumina la storia che stiamo vivendo, che dona senso e speranza. Con altri andiamo a fare questo servizio per aiutare la gente nelle situazioni concrete in cui si trovano, anche nei lutti e nelle difficoltà, in Vallemaggia ora con i danni del maltempo. Quello che ci aiuta è la Parola di Dio, che opera sempre, non solo grazie a noi sacerdoti». Dopo l’ordinazione, Daniele sarà vicario parrocchiale per le parrocchie dell’alta Vallemaggia. «Penso che diventare prete implichi continuare su questa strada, un proseguimento delle esperienze fatte nel periodo della formazione, di servizio agli altri, ma a un livello più profondo, dovuto al fatto che posso amministrare i sacramenti. Se ascolto delle difficoltà, dei problemi, posso assolvere dai peccati oltre ad ascoltare ed avere parole d'incoraggiamento. Nella consapevolezza che i sacramenti sono un dono, e noi, preti, solo amministratori della grazia di Dio». Infine, il suo pensiero corre ai giovani di oggi: «A un giovane dico che l’essenziale è porsi costantemente questa domanda: cosa vuole il Signore da me, cosa vuole fare il Signore nella mia vita? Una domanda da lasciare sempre aperta. Molti sono i giovani che sono in ricerca di qualcosa o qualcuno che li possa rendere felici. Solo Dio, che conosce i cuori di ognuno, sa cosa è meglio per te».

    Profonda gioia e responsabilità

    Con Daniele verrà ordinato anche Don Davide Santini. 26 anni, di Vacallo, nell’anno di diaconato appena trascorso ha cominciato una nuova esperienza pastorale nella parrocchia di Losone, affiancata anche all’insegnamento presso il Collegio Papio di Ascona e allo studio a Padova presso l’Istituto di Liturgia Pastorale. «È stato interessante cominciare un nuovo percorso di studi in un altro contesto fuori Lugano, conoscendo anche nuove persone e potendomi arricchire grazie all’incontro con i professori. Quanto alle esperienze pastorali, sono contento di aver potuto mantenere un legame forte con il territorio della Diocesi. L’essere inserito nella realtà pastorale di Losone mi ha poi anche aiutato ad approfondire il ministero diaconale, i cui compiti non scompaiono con il sacerdozio. Se il diacono è colui che è dedicato al servizio e all’annuncio della Parola, il presbitero rende presente Cristo sull’altare nell’Eucaristia, che è il centro, la fonte, il culmine di tutta la vita cristiana. Una gioia immensa ma anche una grande responsabilità».

    Autenticità: la parola chiave

    Una responsabilità che implica una consapevolezza: «Alla fine fare il prete è essere qualcuno, non fare qualcosa. Così, penso che la sfida di un presbitero nel tempo attuale sia quella di saper andare incontro alla gente rimanendo autentico in quello che si è. Riuscire a trovare quell’equilibrio che non faccia scadere in luoghi comuni la figura del prete, ma sappia dare un rapporto autentico, alla società, alla Chiesa, alla gente e in mezzo a tante grandi sfide e situazioni, anche di cronaca con cui la Chiesa è confrontata in tutto il mondo, non soltanto in Ticino ». Infine, un pensiero di gratitudine: «Quando si dice che si è emozionati a diventare preti, è vero: lo si fa con tanta felicità. Lo stesso vale per i miei genitori che mi hanno accompagnato in questo percorso: la trepidazione è presente in famiglia, così come si aspetta ogni grande evento familiare. A questo riguardo, io ho avuto la fortuna di avere a fianco a me delle persone in cui ho visto la gioia della chiamata e la gioia di servire il Signore. Da loro ho capito che è Lui che ci chiama nonostante le difficoltà e le nostre debolezze e fragilità. Le persone che mi hanno accompagnato sono state un esempio in questo. Spero anche da prete di far vedere questa gioia del Vangelo nel servire le persone».

    Assieme a lui e Don Daniele Tornelli, sarà ordinato anche Don Daniele Furlan. Da sempre attivo in ambito parrocchiale a Locarno, dove è nato e cresciuto, concluso il liceo, ha proseguito gli studi in scienze dell’antichità a Basilea, dove ha in seguito fatto ricerca e insegnato. Dopo l’ordinazione continuerà a risiedere a Gerusalemme per gli studi.

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