Quattro ore e quindici minuti. Tanto è durato l’incontro di Papa Francesco con cinque sacerdoti cileni vittime «di abusi sessuali, psicologici e di potere» e i loro quattro accompagnatori in Vaticano. Dopo una messa nella cappella della Casa Santa Marta, Bergoglio ha incontrato il gruppo al completo e poi ha voluto dialogare singolarmente con ognuno delle vittime, rinnovando la sua richiesta di «perdono» per il male subito da alcuni rappresentanti di quella stessa Chiesa a cui si sono consacrati e annunciando che presto prenderà delle «decisioni chiare per il breve, il medio e il lungo periodo» sulla intera situazione cilena.
A riferire i contenuti dei colloqui privati è stato padre Eugenio De La Fuente, sacerdote della parrocchia del Sagrado Corazon de Providencia, meglio conosciuta come “El Bosque”, il luogo in cui si sono compiuti e perpetrati per anni gli abusi di padre Fernando Karadima, il carismatico sacerdote oggi 86enne e condannato dalla Chiesa ad una vita di penitenza e preghiera. De La Fuente è stato una delle sue prime vittime e anche uno dei primi accusatori allo scoppio dello scandalo nel 2010.
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