Ogni diocesi svizzera deve nominare una persona che gestisca le misure in materia di prevenzione degli abusi: questo è ciò che indicano le linee guida della Conferenza dei vescovi svizzera (CVS) aggiornate nel 2019 e che valgano anche per le congregazioni religiose. Le diocesi svizzere si stanno organizzando e stanno lavorando sulla materia, anche se non tutte allo stesso ritmo. Laddove questa figura è stata già istituita (Coira, San Gallo e Basilea), le percentuali di lavoro, sono molto diverse.
di Barbara Ludwig, kath.ch, traduzione e adattamento Katia Guerra, catt.ch
Dal 2002, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ha regolato la gestione della problematica degli abusi sessuali da parte di membri della Chiesa in linee guida che sono state riviste più volte. La quarta edizione, che è quella attualmente in vigore, è stata pubblicata nel marzo 2019 e pone un accento particolare sulla prevenzione. Essa afferma che l'impegno in questo campo non sarebbe credibile "se non prendessimo misure specifiche per attuare una prevenzione efficace, in modo continuo e sistematico, in tutti gli ambiti della vita della Chiesa". Questa è la ragione delle linee guide, come ci si legge anche nella prefazione.
Il documento elenca tutta una serie di misure per la prevenzione in materia. Tra le tante anche quella che vuole che ogni diocesi nomini un rappresentante per la prevenzione. Lo stesso vale per le congregazioni religiose.
Coira, San Gallo e Basilea hanno nominato dei responsabili della prevenzione
Sono passati due anni da allora. Una ricerca di kath.ch mostra che tre diocesi su sei - Coira, San Gallo e Basilea - hanno nominato una o più persone con questa funzione, anche se con percentuali diverse. In alcune delle altre diocesi ci sono dei gruppi di lavoro, dei teams che stanno valutando la nomina di una figura di questo tipo.
Due persone nella diocesi di Coira
La diocesi di Coira ha nominato due responsabili della prevenzione, Stefan Loppacher e Karin Iten. Loppacher ha già assunto il compito nel 2019, Iten nel 2020. Questo è quanto ci comunica Nicole Büchel, responsabile della comunicazione in questa diocesi. Entrambi sono impiegati al 50%.
Loppacher e Iten sono impiegati presso la Chiesa Cattolica Romana nel Cantone di Zurigo. Quest'ultimo fornisce anche l'infrastruttura, ci dice il portavoce Simon Spengler. Secondo l'Ufficio federale di statistica, la diocesi di Coira è la seconda diocesi più grande della Svizzera con circa 539.600 cattolici di età superiore ai 15 anni. Tutti gli enti dei sette cantoni diocesani contribuiscono proporzionalmente ai costi salariali. Questo è stato concordato in un accordo che è entrato in vigore il 1° gennaio 2021, come spiega Stefan Müller, presidente della Chiesa regionale glaronese.
A San Gallo il ruolo è svolto dal responsabile dell'ufficio pastorale
La diocesi di San Gallo ha nominato Franz Kreissl come responsabile della prevenzione. Kreissl è il responsabile dell'ufficio pastorale e spende circa il 30% del suo tempo nella prevenzione, come ci spiega la portavoce diocesana Sabine Rüthemann. Con circa 201.600 cattolici, San Gallo è una delle diocesi più piccole della Svizzera.
Mentre nella diocesi di Basilea è dal 2020 che c'è un responsabile della prevenzione: Christiane Weinand che ha un mandato al 20% per questo compito, secondo quanto spiega Hansruedi Huber, responsabile delle comunicazioni a kath.ch. Basilea è la diocesi più grande della Svizzera con circa 823.500 membri.
La diocesi della Svizzera francese hanno progetti in corso
La situazione è diversa nella Svizzera francese e in Ticino. La diocesi bilingue di Losanna, Ginevra e Friburgo (LGF) non ha ancora nominato un responsabile della prevenzione. Secondo Laure-Christine Grandjean, responsabile della comunicazione, la diocesi ha affidato la prevenzione contro la violenza sessuale a due associazioni e a psicologi esterni che offrono corsi di sensibilizzazione obbligatori per i dipendenti della Chiesa. Finora, quindi, non c'è nessun responsabile della prevenzione nella diocesi della Svizzera occidentale. Con 479.000 membri, LGF è la terza diocesi più grande della Svizzera.
"Al momento, però, stiamo rivedendo il nostro concetto di prevenzione in un senso più ampio", spiega Grandjean, secondo la quale, anche l'abuso di potere e l'abuso spirituale devono essere inclusi nel concetto di prevenzione. A LCG si stanno valutando due opzioni: nominare una persona come responsabile della prevenzione o affidare il compito a più persone (un team).
Il comitato di esperti di Sion è anche responsabile della prevenzione
Nella diocesi di Sion vivono circa 196.500 cattolici. La diocesi bilingue non ha ancora assunto una persona "che si occupi esclusivamente della prevenzione in materia di violenza sessuale", spiega il vicario generale Richard Lehner (vicario generale per la parte di lingua tedesca della diocesi). Tutte le questioni saranno trattate dal comitato diocesano di esperti "aggressioni sessuali in ambito ecclesiale". Lehner ha poi spiegato che la diocesi ha nominato nuovi membri del comitato di esperti "per permettergli di lavorare indipendentemente dalla direzione diocesana". Tuttavia, la diocesi di Sion non ha ancora preso una decisione definitiva sulla questione della nomina di un responsabile ufficiale di questa prevenzione, come dice Lehner a kath.ch. "Il nuovo organismo di esperti discuterà la questione e ci farà delle proposte. Vedremo".
Lehner assicura che non c'è stata inattività nel campo della prevenzione, riferendosi in tal senso a degli eventi organizzati per i dipendenti. Uno di questi eventi ha avuto luogo nel marzo 2019 nella parte francofona della diocesi. Nella parte di lingua tedesca della diocesi, l'evento ha dovuto essere posticipato a causa del coronavirus e si terrà a marzo, conclude Lehner.
Le scarse risorse finanziarie in Ticino rendono difficile l'istituzione di questa figura
Nella diocesi di Lugano vivono circa 185.700 cattolici. La più piccola diocesi della Svizzera non ha un responsabile della prevenzione, come indica Dante Balbo, membro del comitato diocesano di esperti "aggressioni sessuali in ambito ecclesiale" e suo portavoce. Egli cita le scarse risorse finanziarie della diocesi come la ragione principale di ciò. Tuttavia, assicura che si presta grande attenzione al tema della prevenzione nella formazione del clero.
Anche se -per ora- non è prevista la nomina di un responsabile della prevenzione a Lugano, Dante Balbo presume, tuttavia, che eventi come il processo sinodale, possano dare impulso in futuro anche alla questione della prevenzione. Cita esplicitamente l'ascolto della base e dei laici.
L'abbazia di Einsiedeln dal 2010 ha dei coordinatori della prevenzione
Le linee guida della Conferenza svizzera dei vescovi (CSV) si applicano anche alle abbazie di Einsiedeln e Saint-Maurice. Einsiedeln ha nominato una commissione esterna nel 2010 per rintracciare le eventuali aggressioni sessuali dei membri della comunità monastica. A quel tempo, il monastero nominò anche due coordinatori per la prevenzione: l'abate incaricato riguardo alla comunità e il maestro dei novizi riguardo ai giovani confratelli. Il direttore amministrativo Marc Dosch ci dice: "Un importante lavoro di prevenzione lo facciamo con i nuovi membri in formazione". La prevenzione viene affrontata durante il processo di ammissione e nelle classi di noviziato, dice Dosch.
Parte del programma di prevenzione per i giovani confratelli è un'ulteriore formazione sul tema "Affettività - Sessualità - Celibato". Questo è guidato da esperti esterni. C'è anche un esperto esterno a cui si possono segnalare le violazioni.
Il direttore amministrativo spiega inoltre che il monastero lavora nella prevenzione insieme alla diocesi di Coira, il cui territorio comprende l'area del monastero. Va detto che essendo alcuni monaci di Einsiedeln attivi nella diocesi di Coira, le attività dei responsabili diocesani della prevenzione riguardano anche il monastero.
Al momento non è stato possibile ottenere informazioni dall'abbazia regionale di Saint-Maurice nel Vallese.