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  • Alpi e espressione della religione: un’indagine dall’Austria al Ticino

    Alpi e espressione della religione: un’indagine dall’Austria al Ticino

    Dall’Austria alla Germania, passando dal Trentino e approdando alla Svizzera e alle sue valli, dal Vallese, ai Grigioni e, infine, al Ticino, per osservare da vicino le pratiche religiose, ad esempio, nella Valle Verzasca e nella Lavizzara. È questo il percorso attraverso il quale si snoda l’indagine compiuta da un gruppo internazionale di ricercatrici e ricercatori che esplorano la relazione tra Alpi e religione, ricerca descritta nel volume «Grenzgänge. Religion und die Alpen».

    I risultati saranno presentati alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano martedì 1. aprile alle 18.30. A co-dirigere il progetto ritroviamo la ticinese Daria Pezzoli-Olgiati, prof.ssa di scienze e storia delle religioni a Monaco di Baviera.

    Nelle Alpi le diverse forme religiose sono diverse tra loro, ma, spiega, sono sempre legate alla dimensione naturale: «Nell’ambito alpino vige un’ambivalenza interessante: la natura è da una parte luogo avverso, territorio tendenzialmente ostile. Tuttavia, soprattutto dal 18esimo secolo e dal romanticismo, le alpi sono al contempo di grande interesse per le persone che vivono nei centri urbani; un luogo di “liberazione” mentale e spirituale. La religione alpina riflette questa profonda ambivalenza tra controllabile e quanto sfugge alla condizione umana».

    La religione del traforo di base del San Gottardo

    Tra i luoghi di interesse, ritroviamo, trattato da Daria Pezzoli-Olgiati, il nuovo traforo ferroviario del S. Gottardo: «Per me è stato molto interessante osservare come in un mondo così marcato dalla tecnologia e dalle scienze ingegneristiche e quindi dalla capacità di dominare la natura, le pratiche religiose siano ampiamente presenti: la devozione per S. Barbara, protettrice dei minatori, ma anche il ricordo e le pratiche funerarie durante i lavori di scavo. I minatori provengono da diverse culture ma condividono tra loro questa forma di religione; è un aspetto interessante della religione nelle Alpi».

    Le leggende della Verzasca

    Assieme allo studio sul Gottardo, troviamo nel volume un’indagine sulle leggende della Valle Verzasca. A condurla è il ricercatore verzaschese Balsassare Scolari: «Occupandomi di narratologia e delle strutture con cui l’uomo, nel tempo, ha imparato a narrare il mondo, volevo indagare come fosse stata raccontata la Valle nei secoli. Le leggende sono espressione della costante necessità dell'uomo di comprendere, creare e preservare un proprio mondo di vita. Nei racconti leggendari da me analizzati viene sempre tracciato un confine tra il mondo di vita degli esseri umani e il suo opposto: il non-mondo del contingente, della natura, della morte, della minaccia, dell'instabilità. La montagna, infatti, ti mette a confronto con questa sfida: rendere controllabile l’incontrollabile, attraverso pratiche talvolta di dominazione, ma spesso anche di cura dello spazio naturale, che è luogo di manifestazione tanto del divino quanto del demoniaco».

    Il progetto di ricerca ha un impianto interdisciplinare e coinvolge studi storici e culturali, la fotografia e la composizione. Il 1. aprile il fotografo Marco Volken e il musicista Matthias Arter accompagneranno i relatori con fotografie e improvvisazioni musicali.

    Il 3 aprile alle 18, alla Salita dei Frati si segnala anche la conferenza di Carlo Ossola, «Note su alcune Lezioni di tenebra. Le Lamentazioni di Geremia nelle lettere e nella musica ».

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