di Laura Quadri
Un grande cantiere, durato quattro anni e il concorso di molte competenze, per dare luogo a un restauro a tutto campo: da quello dei tetti e delle facciate, interne ed esterne, ai marmi, gli affreschi, l’apparato ligneo, infine anche quello liturgico. È così che, in più tappe, progressivamente svoltesi, uno dei più antichi edifici cristiani di tutta la Svizzera, il Battistero di Balerna e la sua chiesa Collegiata, hanno acquistato piano piano un nuovo volto, finalmente ultimato.
«Abbiamo effettivamente operato in quattro momenti distinti», sottolinea l’architetto Raffaele Cavadini, direttore dei lavori, «anche per garantire una continuità nelle celebrazioni religiose, ospitate nel Battistero mentre restauravamo la chiesa ». L’impegno finanziario per i restauri è stato sostenuto da generose donazioni di privati, nonché da sussidi federali, cantonali e comunali e si è svolto in stretta collaborazione con l’Ufficio dei Beni culturali del Cantone. Ad occuparsene, da vicino, il restauratore Andrea Meregalli.
L’origine del progetto risale a molti anni fa: «Abbiamo incominciato oltre venti anni fa a ipotizzare dei restauri, dapprima svolti sulla Casa parrocchiale e poi sul Palazzo della Nunziatura, luoghi fondamentali per la vita della Comunità e di incontro, ad esempio,e per i sacerdoti di tutto il Vicariato». Una funzione analoga a chiesa e battistero, per secoli punto di riferimento per tutto il Mendrisiotto, essendo Balerna, almeno fino al Seicento, Capo Pieve da cui partivano i vari sacerdoti per il servizio nei vari villaggi. Così restaurare un edificio è anzitutto restaurare una memoria.
E a proposito dei lavori concreti, dapprima, ci spiega l’architetto, «sono seguiti degli interventi non indifferenti ai tetti. Il tetto della chiesa era già stato rifatto negli anni Quaranta, quindi la struttura lignea era buona. Mentre il tetto del Battistero era molto più antico e la situazione era molto più precaria. Dai tetti siamo quindi passati, sempre all’esterno, alle facciate, rifacendo parzialmente gli intonaci e restaurando le parti in pietra pregiata».
Ultimati gli interventi esterni, «abbiamo approntato il restauro interno del Battistero, occasione che ci ha permesso di approfondire ricerche archeologiche in parte già svolte in passato e che avevano portato alla scoperta di una vasca per i battesimi ad immersione. Un altro fatto curioso è che il battistero contava una pianta quadrata come il battistero di Riva San Vitale, ma una volta ingrandita e ampliata la chiesa, nell’Ottocento, ne è divenuto parte, assumendo l’aspetto di una cappella. Nelle strutture murarie è stata individuata la storia di questo sviluppo».
Il restauro dell’edificio ha di fatto richiesto di affrontare sfide non indifferenti, dalla volta particolarmente delicata, al trattamento dell’«importante trittico rinascimentale, in pietra dipinta, del pittore Tommaso Rodari, un dipinto celebre, raffigurante la Madonna fra i Santi Martiri Vittore e Stefano sovrastati dal Calvario, ma che prima del restauro trovavamo tutto coperto da una patina scura; ora risplende nei suoi colori originali».
Dal battistero si è proseguito con il restauro dell’intera chiesa, dettaglio dopo dettaglio. Un punto importante è stato quello di garantire l’accesso ai disabili. Durante gli scavi per questi lavori, «anche una sorpresa: il ritrovamento di due tombe antiche ». Mentre per far risaltare i colori di tele e affreschi, «abbiamo voluto installare una illuminazione artificiale con dei riflettori di tipo museale ».
Una valorizzazione a tutto campo che ha infine toccato l’arredo liturgico: mons. de Raemy si recherà infatti a benedire il nuovo altare il prossimo 27 ottobre. «L’altare maggiore della chiesa è molto prezioso ed è stato strutturato con il marmo nero di Varenna, proveniente dal Lago di Como. Siccome che questo materiale è quello che lo compone, abbiamo ripreso un marmo simile anche per il nuovo altare. La sua struttura è stata a lungo meditata: riprende la forma dei primi altari paleocristiani, che venivano di solito ricavati da uno spezzone di colonna, ponendoci sopra una tavola e assumendo la tipica forma a Tau. Così si è voluto richiamare lo spirito della Chiesa antica».
Segnaliamo anche, già apparso sui nostri canali, con un'intervista all'arch. Cavadini e al restauratore Meregalli in corso d'opera: https://www.catt.ch/newsi/restauri-nel-battistero-di-balerna-ora-e-la-volta-degli-interni/
Sposato con Bice, Emanuele Costa, originario di Genova, vive da 30 anni a Lugano. È stato eletto alla presidenza del «Serra Club International» per un mandato di un anno che inizia nel giugno 2025.
Le celebrazioni, iniziate tutte alle ore 17, si sono svolte in Cattedrale a Lugano, a Biasca, Bellinzona, Ascona, Agno, Balerna con lo stesso programma, iniziato con l’intervento di mons. Alain de Raemy dalla Cattedrale trasmesso in diretta streaming.
Un commento al tema giubilare della speranza, a partire dalla Bolla di indizione e alla luce della "Deus caritas est" di papa Benedetto XVI, fino ad un testo del card. Carlo Maria Martini.