A cent’anni dalla nascita e quasi dodici dalla morte, Città Nuova
dedica una nuova biografia alla fondatrice del Movimento dei focolari:
«Chiara Lubich. La via dell’unità tra storia e profezia» (pagine 488,
euro 19). L’opera verrà presentata a Roma il 30 novembre, alle 16,30,
presso l’Auditorium del «Gemelli», in un incontro al quale
parteciperanno Giulia Galeotti, Salvatore Abbruzzese, Giuseppe
Sangiorgi, Rita Moussallem, oltre all’autore, Maurizio Gentilini,
storico e archivista, un trentino trapiantato a Roma dove lavora al
Centro nazionale delle Ricerche, qui intervistato.Cosa l’ha spinta a scrivere una biografia della Lubich? Esperienza professionale o anche altro? «Ho affrontato (senza sospettare quello che mi attendeva…) la scrittura di questa biografia a seguito della richiesta di alcuni rappresentanti del Movimento dei Focolari (del quale non faccio parte), dopo la presentazione di un libro a Trento, due anni fa. Ho accettato la sfida, cercando di leggere le vicende che provo a narrare nel libro con l’applicazione del metodo storico-critico, riferendomi costantemente alle fonti, con la mia sensibilità di credente, definendo un metodo e una chiave ermeneutica che trova la sua sintesi tra spiritualità e azione, storia e profezia».