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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 agosto 2025)
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  • Gaza: Amnesty presenta nuove prove, “strategia deliberata che usa la fame come arma di guerra”

    Israele starebbe attuando “una deliberata campagna di riduzione alla fame nella Striscia di Gaza” come parte di “una politica intesa a distruggere fisicamente la popolazione palestinese”. È quanto denuncia Amnesty International in un nuovo rapporto diffuso oggi, documentando gli effetti devastanti del blocco, dei bombardamenti e dell’ostruzione all’ingresso degli aiuti.

    Amnesty rende nota una serie di sconvolgenti testimonianze di civili palestinesi, i cui racconti hanno rafforzato ulteriormente le conclusioni cui era già giunta l’organizzazione per i diritti umani: “La combinazione mortale tra fame e malattie non è uno sfortunato effetto secondario delle operazioni militari ma è il risultato atteso di piani e politiche che Israele ha ideato e attuato, negli ultimi 22 mesi, per infliggere deliberatamente alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, parte integrante del genocidio in corso”.

    Nelle ultime settimane Amnesty ha intervistato 19 persone palestinesi residenti in tre campi improvvisati per sfollati interni e due operatori sanitari che curano bambine e bambini affetti da malnutrizione in due ospedali di Gaza City. Al 17 agosto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza aveva registrato la morte per complicazioni legate alla malnutrizione di 110 bambine e bambini.

    Il 29 luglio, l’Iniziativa per la classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare aveva diffuso un’allerta secondo la quale, nella maggior parte della Striscia di Gaza, il consumo di cibo era sceso a livelli così bassi da aver raggiunto la soglia della carestia e che il peggiore scenario possibile era già in atto a causa del continuo aumento del numero delle persone, tra le quali bambine e bambini, morte di fame. Alle stesse conclusioni è poi giunto il Nutrition Cluster, secondo il quale a luglio erano stati accertati quasi 13.000 casi di ammissione ospedaliera per malnutrizione acuta, il numero più alto su base mensile dall’ottobre 2023, almeno 2800 dei quali (il 22 per cento del totale) per grave malnutrizione acuta.

    “Questa non è una tragedia collaterale: è una strategia deliberata”, afferma Erika Guevara Rosas, alta direttrice di Amnesty, che parla apertamente di “genocidio in corso” e punta il dito contro l’impunità internazionale.

    Nel rapporto, l’organizzazione per i diritti umani segnala l’aggravarsi della crisi umanitaria, con casi di malnutrizione acuta, assenza di cure mediche essenziali e carenze alimentari generalizzate, soprattutto tra bambini, donne incinte, anziani e persone con disabilità.

    Amnesty chiede l’immediata fine del blocco, un cessate il fuoco duraturo e il ripristino pieno dell’accesso umanitario, denunciando le restrizioni israeliane all’ingresso di aiuti e medicinali e l’esclusione di agenzie Onu e Ong.

    L’organizzazione critica inoltre il nuovo sistema di distribuzione degli aiuti, giudicato “degradante e non neutrale”. “La comunità internazionale – conclude Guevara Rosas – non può continuare a voltarsi dall’altra parte: serve la sospensione dei trasferimenti di armi a Israele e sanzioni mirate per fermare il genocidio in corso nella Striscia di Gaza”.

    Agensir

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