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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
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  • Da Turoldo al card. Tolentino: alcuni consigli di lettura per l'estate

    Da Turoldo al card. Tolentino: alcuni consigli di lettura per l'estate

    di Cristina Uguccioni

    Libri: in questo tempo d’estate, ecco qualche suggerimento in tema di fede per scoprire gli incanti della vita e le infinite sorprese di Dio.

    «L’ombra di Pietro»
    Monsignor Pierangelo Sequeri è uno dei più brillanti e autorevoli teologi della nostra epoca. Autore di volumi già considerati dei classici, è stato preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ed è consultore del Sinodo dei vescovi e del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Il suo libro «L’ombra di Pietro» (ed. Vita e Pensiero), che raccoglie una scelta di omelie pronunciate nell’ambito della liturgia festiva, propone riflessioni capaci di cogliere in profondità l’essenziale della vita e di Dio e quindi capaci di rivelarsi decisive per la fede di ciascuno. In un’omelia Sequeri riflette sull’immagine del «granellino di senapa» (Luca 17,5-10) e sul dono della fede. E a proposito di ciò, osserva: «Lo stesso dono della fede, che è sempre quello di accogliere la parola di Gesù, arriva in modi molto diversi e sorprendenti. Esso è però strettamente legato alla forma e alla condizione della vita di ciascuno. Il contatto dipende dal modo in cui si è disposti a apprezzare Dio quando si presenta – magari a sorpresa – alla porta della nostra vita. I semini sono tutti della stessa pianta, sono molto piccoli all’apparenza e sembrano tutti uguali e invece sono molto diversi l’uno dall’altro. Bisogna guardare bene come è fatto il nostro semino. Forse il tuo non è quello di Pietro perciò se guardi solo Pietro ti verrà spontaneo di pensare: “Ma io come faccio ad avere la fede in questo modo? Se il paragone è Pietro sono perso in partenza”. Invece nel Vangelo c’è la fede del ladrone, dell’emorroissa, del lebbroso, di Zaccheo. (…) Forse hai passato troppo tempo a chiederti: “Quando Gesù finalmente mi darà la fede di Giovanni o di Paolo?”. La fede è un dono ma il credente sei tu, non Dio. Uno deve guardare il suo semino, perché il suo semino c’è. (…) Quando è trovato e messo a dimora nella tua casa – non una imitazione della casa di Pietro, di Giovanni o di Giacomo, la tua – il semino sposta le montagne. Se lo fai attecchire nel tuo giardino, il semino il suo lavoro lo fa. Non stiamo quindi ad attendere chissà che cosa».

    «Il Vangelo delle briciole»
    Cardinale alla guida del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, raffinato poeta, José Tolentino de Mendonça è autore del volume «Il Vangelo delle briciole» (ed. Vita e Pensiero) che raccoglie testi brevi – delicati e potenti – pubblicati lo scorso anno sul quotidiano «Avvenire»; testi che restituiscono, con registro poetico, il suo penetrante sguardo sulla vita. Eccone un esempio: «Maturare è un’arte paziente. Può essere dolorosa e bella, e, anche vissuta in compagnia, non cessa di darci l’esatta coscienza della nostra incompletezza e della nostra solitudine. Per questo non è mai un processo completamente lineare o immune da turbolenze. Maturare vuol dire imparare a non temere le trasformazioni della traversata: le modificazioni che ogni tappa determina dentro e fuori di noi; la sorpresa che talora ci coglie nel guardare il nostro volto allo specchio o la nostra impronta sul cammino. (…) Maturare è capire meglio la gioia che ci può essere non solo nel gestire il tanto, ma anche il poco: e accendere i giorni con quel che è restato, anche quando appaia insignificante; essere felici di quello che è possibile; commuoversi per quello che gli altri possono dare, anche se non coincide con ciò che avevamo pensato noi. Maturare è rendersi conto che la fragilità può essere una forma di fulgore come quella che secernono le foglie quando si staccano in autunno. Non precipitano a terra, si dondolano disegnando il loro offrirsi; e, quando si offrono, scoprono di prolungare, in realtà, la loro durata».

    «Anche Dio è infelice»
    «Anche Dio è infelice» (ed. San Paolo) è un libro appassionante e appassionato scritto da padre David Maria Turoldo (1916-1992), indimenticato sacerdote e poeta. Nel testo egli riflette, in particolare, su quattro parabole: il buon samaritano, il figliol prodigo, il ricco e il povero Lazzaro, la pecorella smarrita; parabole che hanno sempre qualcosa di nuovo da rivelare: nessuno – dice Turoldo – pensi di esaurire la parola, di darvi fondo, di essere arrivato al suo completo svelamento. «La parola ci trascende, perciò è sempre da scoprire; la parola è sempre nuova, come nuova è la luce, come nuove sono le primavere e gli anni: oggi, ad esempio, è un giorno che non è mai stato vissuto da nessuno sulla terra. Così è Dio, un Dio sempre da scoprire». Commentando la parabola della pecorella smarrita, invita il lettore a rivivere il dramma del pastore, cioè il dramma «di un Dio che non può perdere un solo uomo; che non si darà pace finché ogni uomo non sia salvo. Un Dio che va in cerca degli uomini, che impazzisce solo all’idea che qualcuno di noi si sia smarrito; che patisce infinitamente più di noi al solo pensiero della nostra infelicità. Per cui è pronto a tutto, a perdere anche se stesso; e non gli importa niente di quello che tu pensi di lui. A Dio fa niente di patire, purché l’uomo sia rispettato; purché tutti vivano e abbiano il pane, tutti con la loro dignità e la dovuta libertà».

    Sull’arte sacra cristiana
    «Breve storia dell’arte sacra cristiana» (ed. Queriniana) è un pregevole volume di cui è autore monsignor Timothy Verdon, insigne storico dell’arte, direttore del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Il cristianesimo – osserva – è una religione storica, «che crede in un Dio operante nel tempo, al punto da mandare suo Figlio a farne parte in un’epoca specifica, che crede in una Chiesa inserita come lievito nella storia di periodi temporali altrettanto specifici». Di conseguenza, l’arte che esprime questa fede «è similmente aperta alle dinamiche storiche dei periodi in cui si sviluppa, assumendo, ma anche illuminando e trasformando le soluzioni, gli stili e gli ideali culturali che caratterizzano tali periodi». Con grande maestria Verdon accompagna il lettore lungo i secoli passando in rassegna capolavori e artisti, narrando le logiche interne di questo processo di assunzione, illuminazione, trasformazione, descrivendo le meraviglie di cui l’Europa è costellata grazie al cristianesimo.

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