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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (19 dicembre 2024)
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  • «Deus in Machina» oggi è già nel telefono
    COMMENTO

    «Deus in Machina» oggi è già nel telefono

    «Troverò mai il vero amore? Cosa succede dopo la morte? Ho fatto abbastanza per andare in Paradiso?». Queste sono alcune delle domande poste all’avatar digitale di Gesù dietro la grata di un confessionale nella Cappella di San Pietro a Lucerna. Nei due mesi di funzionamento, da agosto a fine ottobre 2024, l’installazione artistica Deus in Machina ha trovato il suo pubblico. Non meno di 900 persone sono infatti venute a interrogare il Gesù «digitale» installato nel confessionale. Sicuramente tanti anche per curiosità. Il progetto è stato realizzato dall’Immersive Realities Research Lab dell’Università di Scienze Applicate di Lucerna, al fine innovativo di esplorare l’uso di personaggi virtuali basati sull’intelligenza artificiale generativa, in un contesto spirituale. Lo studio è condotto congiuntamente alla Facoltà di Teologia Pastorale dell’Uni di Lucerna e alla Cappella di San Pietro a Lucerna. Il progetto a fine scientifico – hanno spiegato i ricercatori – non voleva in alcun modo simulare una confessione. Utile precisazione anche se la collocazione forse qualche dubbio lo ha fatto venire. Comunque, ci sono alcune ragioni per dire che lo studio è utile. È noto infatti che di chatbot di Gesù Cristo, Padre Pio e altri personaggi di riferimento religiosi ne esistono tante e sono comodamente accessibili dal proprio telefonino, scaricabili come app. Un esempio è l’app Text With Jesus che promette «conversazioni illuminanti con Gesù Cristo, gli Apostoli e una moltitudine di altre figure venerate della Bibbia». Accedendo all’app dal proprio telefono, gli utenti possono scegliere il personaggio della Santa Famiglia con cui avviare una conversazione per ottenere «conforto, guida e ispirazione». Evidentemente con un piccolo costo e come sempre con la concessione dei propri dati ai gestori. Avete provato? Troverete un’accoglienza gentile e formale, sullo stile di quella della chatbot di una compagnia aerea. Le risposte sono soprattutto combinate a partire dalla base di dati della Bibbia. Ma poi ci sono alcune palesi stranezze: risposte che talvolta sono divergenti dal magistero della Chiesa. In una chatbot, ad esempio, Maria è arrivata addirittura a mostrarsi accondiscendente nei riguardi dell’aborto. Non c’è da stupirsi: sono personaggi costruiti attraverso una mole di dati presenti sul web, e di tutti i tipi, quindi le risposte da intelligenze computazionali che danno, anche se verosimili, possono risultare imprecise o fuorvianti, soprattutto se il dialogo entra troppo nel dettaglio. Il fenomeno va oltre il religioso. Pensiamo alle app scaricabili sul telefono con cui costruire il proprio contatto virtuale del cuore, girlfriend o boyfriend virtuale, con cui dialogare, inserendo le proprie preferenze personali, spirituali, di affetto e di interessi e ricevendo risposte su misura. Oggi l’IA si rivolge sempre di più alla dimensione dei sentimenti, del cuore, dello spirito. Il suo studio - in un ambiente protetto come è stato a Lucerna - è doveroso e fa parte di quel «cyberumanesimo» – come dicono gli esperti – che valuta i risvolti etici dell’IA che si propone come ibrido di tecnologia e umano. di Cristina Vonzun

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