L'associazione “Famiglie per l'Accoglienza”, nata a Milano nel 1982 dal carisma di don Luigi Giussani, è presente in Svizzera dal 1989 con lo scopo di accompagnare e sostenere le famiglie nell'esperienza dell'accoglienza familiare - adozione, affido, ospitalità, cura degli anziani e dei disabili -, accoglienza che l’Associazione propone di considerare “un bene per la persona e per la società”.
In un recente comunicato, l’Associazione prende posizione dopo che il Consiglio federale, lo scorso 29 gennaio, ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di elaborare, al più tardi entro la fine del 2026, un progetto di legge sul divieto delle adozioni internazionali da porre in consultazione.
“Crescere in una famiglia è un diritto fondamentale, per ogni bambino”, sottolineano i responsabili dell’Associazione. “È per questo che, la scorsa settimana, abbiamo ascoltato con sgomento le parole pronunciate dal Consigliere federale Beat Jans in merito alla possibilità di vietare l'adozione internazionale. Deploriamo fortemente le irregolarità e gli abusi che sono stati rilevati. Lo Stato e le diverse associazioni, questo è certo, si devono prodigare per impedirli. Ma siamo sicuri che siano altre vie per raggiungere lo scopo. Tutelare i diritti e i doveri di ciascuno è il compito di una civiltà matura: vietare le adozioni internazionali rappresenta una resa, non certo una scelta di civiltà”.
In attesa dell'iter che il progetto del Consiglio federale dovrà seguire, l’Associazione desidera “comunicare e testimoniare la certezza del bene che l’adozione è per tutti”. Lo fa riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II pronunciate ad un incontro con le famiglie adottive del 2000: "Adottare un bambino è una grande opera di amore. Quando la si compie si dà molto. Ma si riceve anche molto. È un vero scambio di doni. […] Adottare dei bambini sentendoli e trattandoli come veri figli, significa riconoscere che il rapporto tra genitori e figli non si misura solo sui parametri genetici. L’amore che genera è innanzitutto dono di sé. C’è una "generazione" che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione. Il rapporto che ne scaturisce è così intimo e duraturo, da non essere per nulla inferiore a quello fondato sull’appartenenza biologica".
Da qui la presa di posizione dell’Associazione: “L’esistenza di molti bambini senza famiglia rende l’adozione, sostenuta e tutelata giuridicamente, una via concreta per quell’amore paterno e materno di cui il bambino ha bisogno per il suo pieno sviluppo. Adottare è, in questo senso, un invito al coraggio e alla generosità per tutta la società. Ed è un bene, ne siamo certi. Anzitutto per il bambino che è accolto, poiché crescere in una famiglia è un suo diritto fondamentale. Poi per la famiglia che accoglie e per la società intera, poiché la famiglia che adotta è un esempio di amore gratuito e testimonia la possibilità di una accoglienza del diverso fondamentale per la costruzione del Bene comune. Ecco perché, a nostro giudizio, è interesse di tutti difendere l’istituto dell’adozione e continuare a testimoniare la bellezza e la positività di quell’esperienza che un altro grande educatore, don Luigi Giussani, definì a suo tempo "l’inizio di una società più umana, perché fatta di persone appassionate al destino degli uomini".
Fu pioniere delle trasmissioni cattoliche alla Radiotelevisione romanda.
Il 30 e 31 gennaio, alla sede della Conferenza episcopale francese a Parigi, si è svolto l'incontro annuale delle conferenze episcopali di Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo, Svizzera e Francia. Sul tavolo anche la sinodalità, il dialogo interreligioso, i conflitti.
Nel corso del 2025 la Chiesa cattolica metterà in atto ulteriori misure per impedire gli abusi sessuali e il relativo occultamento e per offrire un sostegno professionale alle vittime ovunque in Svizzera.