di Cristina Vonzun
Gli eventi previsti a Balerna per la riapertura della chiesa Collegiata rinnovata dopo due anni di chiusura sono molto più di un momento celebrativo ma rappresentano l’occasione per la parrocchia di risentirsi e ridirsi comunità. Lo sottolinea in altre parole il parroco don Gian Pietro Ministrini.
«A Balerna la gente ritiene la Collegiata “la chiesa” a tutti gli effetti. Prima del Covid la Messa era abbastanza frequentata, almeno rispetto alla media ticinese, ma la pandemia ha lasciato il segno. Non parlo solo delle persone scomparse ma anche del cambiamento di abitudini: c’è gente che preferisce seguire la Messa in Tv. Spero quindi che la riapertura di un edificio che con questi lavori ha acquisito luminosità negli interni, un arredo liturgico adatto alle esigenze di oggi, ad esempio con uno spazio separato per la liturgia della Parola dedicata ai bambini, sia un incentivo in più per partecipare alla Messa». Luce, splendore, funzionalità che oltre a valorizzare la Collegiata possono favorire la pastorale. «Pensiamo agli affreschi illuminati – prosegue don Ministrini – che ora non hanno solo ricuperato tutto il loro splendore ma così diventano funzionali ad una lettura visiva della Bibbia da presentare ai piccoli».
I lavori di restauro interni, successivi a quelli esterni, sono avvenuti a Balerna anche grazie ad un’importante donazione di una parrocchiana, oggi scomparsa. «Una signora di 102 anni che mentre stavamo facendo i lavori esterni di restauro della chiesa, ha deciso di lasciare un’importantissima donazione espressamente a favore del restauro interno della Collegiata». Don Ministrini prende spunto dai lavori conclusi per parlarci di cosa vorrebbe «restaurare» anche nella vita della sua comunità. «C’è da restaurare la vita di fede, facendo risplendere l’esistenza cristiana come testimonianza».
A Balerna, comunque, la comunità e vivace, forte di una notevole attività giovanile curata da don Marco Notari (N.d.R. la cui testimonianza è andata in onda, domenica scorsa 20 ottobre su RSI Rete Uno a «Chiesa in diretta»), di una sezione scout che conta ben 100 iscritti dai lupetti in su, senza dimenticare le famiglie. Balerna è anche una parrocchia ricca, ha beni suoi propri, ma è pure comunità attenta alla dimensione caritativa. «Pensiamo alla colletta natalizia – sottolinea don Ministrini – che ogni anno raccoglie migliaia di franchi a favore di iniziative locali come quella di casa Astra, oppure per emergenze all’estero, come fu per Haiti negli anni scorsi». La colletta viene estesa a tutto il Mendrisiotto. «Non dimentichiamo poi il lavoro della Caritas parrocchiale per i bisogni locali che aumentano», confida don Gian Pietro.
Per finire, a Balerna risiede una vera e propria comunità di preti, ben otto, tra i quali uno studente e alcuni pensionati che vivono negli appartamenti della Casa di riposo. «Abbiamo una mensa parrocchiale dove ci si ritrova a pranzo tra sacerdoti, scambiandoci idee e progetti a beneficio della nostra amicizia e della pastorale». Una realtà di condivisione che ricorda l’antica pievania con il suo capitolo di preti che vivevano assieme servendo le comunità della zona, diventate successivamente autonome. Oggi, grazie all’iniziativa di don Ministrini, questa vita comunitaria è ripartita e porta, profeticamente, i suoi frutti di collaborazione, comunione, amicizia, qualità di vita dei preti e di conseguenza delle comunità locali.
Sposato con Bice, Emanuele Costa, originario di Genova, vive da 30 anni a Lugano. È stato eletto alla presidenza del «Serra Club International» per un mandato di un anno che inizia nel giugno 2025.
Le celebrazioni, iniziate tutte alle ore 17, si sono svolte in Cattedrale a Lugano, a Biasca, Bellinzona, Ascona, Agno, Balerna con lo stesso programma, iniziato con l’intervento di mons. Alain de Raemy dalla Cattedrale trasmesso in diretta streaming.
Un commento al tema giubilare della speranza, a partire dalla Bolla di indizione e alla luce della "Deus caritas est" di papa Benedetto XVI, fino ad un testo del card. Carlo Maria Martini.