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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (12 marzo 2025)
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  • Festival di Sanremo. Fabris: “Olly è stato profetico: ci siamo addormentati con il telecomando in mano”

    Festival di Sanremo. Fabris: “Olly è stato profetico: ci siamo addormentati con il telecomando in mano”

    L’anno scorso il Festival di Sanremo l’ha vinto Angelina Mango con una canzone intitolata “La noia”. È stata forse una profezia sul Festival 2025, segnato da ritmi serrati per rispettare gli orari, poco spazio per battute, creatività e innovazione, zero polemiche, molta omologazione. Il direttore artistico e conduttore, Carlo Conti, nella conferenza stampa conclusiva della kermesse canora, lo ha definito un Festival “baudiano”. Ma può essere vincente una formula vecchia nel 2025? Gli ascolti hanno premiato Conti, eppure qualcosa è mancato… Ne parliamo con Adriano Fabris, professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa.

    Professore, com’è andato il Festival 2025?

    Per avere un osservatorio più ampio, ho creato 3 gruppi di ascolto, uno composto da Generazione Z e qualche millennial, un altro da trentenni e infine uno tra i 45 e i 65 anni. Il risultato è stato lo stesso: si sono addormentati.

    Un Festival soporifero?

    In conferenza stampa Carlo Conti ha parlato di un Festival “baudiano”, cioè che voleva smussare tutti gli angoli, evitare le polemiche. Questa poteva essere una comprensibile esigenza, il problema è che bisogna mantenere desta l’attenzione del pubblico. Questo aspetto è stato tentato in alcune serate con l’inserimento più o meno riuscito di ospiti, co-conduttori e co-conduttrici, ma nell’ultima serata, quella più importante, è sembrato che tutte le cartucce fossero state già sparate e poco hanno portato Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. Lo stesso Venditti aveva meno verve di Jovanotti, nella serata di apertura. In generale, l’impressione è che tutti non sapessero cosa dire sul palco. L’apice è stato toccato dal calciatore Edoardo Bove, che per dieci minuti ha tentato di ripetere una lezioncina imparata a memoria. Il messaggio era anche importante ma si poteva dirlo in modo più conciso. Tutti e tre i miei gruppi di ascolto mi hanno detto che si sono addormentati a quel punto.

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    Un altro punto di vista su Sanremo: Gianni Sibilla, direttore didattico del Master in Comunicazione musicale dell’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica di Milano.

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