di Nicola Gianinazzi, teologo e psicoterapeuta
Il tema della salute-benessere-vivere-bene è un tema non da poco di questi tempi, che facilmente tendiamo a contrapporre alla tristezza intesa come depressione, malessere, disagio o ansia.
Siamo stati frustrati dalle privazioni (lockdown e altre misure sanitarie che hanno frustrato il nostro senso di libertà percepita o effettiva) e dalle mancanze (pace, certezze, progetti a lunga scadenza,…), ed ora in modo ancor più evidente dalle decisioni e dai cambiamenti di comportamento che sarebbero necessari per affrontare il cambiamento climatico. Parlerei in questo ambito di «limiti reali-naturali» che si stanno ponendo alle nostre menti ed ai nostri corpi.
Specialmente il tema e i fatti della guerra non stanno trovando i contenitori e le parole per essere pensati dagli adulti e ancor meno dai bambini e dagli adolescenti.
Tutto questo in un contesto di crisi della scienza, delle fedi e delle democrazie che lasciano sicuramente un vuoto o perlomeno uno sfondo di profonda incertezza, direi strutturale.
Si capisce allora perché - ed in particolare per chi studia ed approfondisce «in teoria» - possa risultare necessario ma sicuramente di aiuto e sostegno - trovare luoghi e momenti per mettere «parola e sentimento» su quello che stanno vivendo esplicitamente o implicitamente sia sul piano psicologico che su quello spirituale. Così da aggiungere alla teoria anche una «pratica» con una/o psicologa/o un assistente spirituale.
In fondo non sono proprio fenomeni social emergenti come Tik Tok a segnalarci quanto vengano cercate la comunicazione di senso e di sensi, l’immediato presente della fruizione qui e ora, la rappresentazione della vita insomma, come e dove si può?
*