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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (10 ottobre 2025)
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  • La nuova Moschea a Giubiasco

    Giovani musulmani e cristiani a confronto: la nuova moschea del Sopraceneri apre le porte al dialogo

    La Moschea del Sopraceneri vuole essere un nuovo spazio di spiritualità e di convivenza nel cuore del Bellinzonese e si propone come punto di riferimento non solo per la comunità musulmana, ma per tutti coloro che desiderano condividere momenti di riflessione e convivialità. L’edificio, situato in via Campagna 2E, dispone di un’ampia sala di preghiera e di una mensa attrezzata con cucina, “offrendo finalmente –spiega l’imam Luan Afmataj- spazi adeguati a una comunità in continua crescita dopo anni trascorsi in locali troppo piccoli in via Baragge”.

    “Non abbiamo voluto soltanto costruire degli spazi, ma anche dare vita a un luogo dove la spiritualità incontra l’umanità,” precisa l’imam, guida della Comunità islamica del Sopraceneri. “Desideriamo che le nostre porte siano aperte non soltanto ai fedeli musulmani, ma a tutti coloro che cercano un momento di pace e di confronto”.

    Giovani musulmani e cristiani a confronto

    Il primo evento pubblico ospitato nella nuova moschea sarà dedicato ai giovani. Sabato 11 ottobre, alle 20.30, si terrà un incontro dal titolo “Essere giovani e credenti: musulmani e cristiani a confronto”, moderato dal giornalista Claudio Mésoniat. L’appuntamento sarà preceduto, a partire dalle 18.30, da una degustazione di specialità balcaniche e turche, occasione per condividere anche il gusto dell’ospitalità. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Islamica Turco-Svizzera, dalla Comunità islamica nel Canton Ticino, dalla Parrocchia di Bellinzona, dai Frati Cappuccini della Svizzera italiana e dal giornale online Il Federalista.

    “Da oltre dieci anni – racconta l’imam Afmataj – con Claudio e Fabio (Leidi) organizziamo incontri per promuovere un’amicizia islamo-cristiana. Quest’anno abbiamo voluto dedicarlo ai giovani, consapevoli dell’importanza che la gioventù riveste nel futuro delle nostre comunità. Il messaggio è semplice ma profondo: accogliere l’altro nella propria casa. È un gesto che esprime la volontà di aprirsi, conoscersi e camminare insieme nel rispetto e nell’amicizia”.

    Il valore del dialogo

    La nuova moschea non vuole essere solo un luogo di culto, ma uno spazio che favorisca l’incontro tra fedi e culture. Per l’imam Afmataj, la sfida più grande non è teologica, ma umana: “Bisogna superare paure e pregiudizi radicati nel tempo. Occorre il coraggio di conoscersi davvero, per scoprire che alla base delle nostre fedi ci sono valori comuni: la pace, la dignità della persona, la solidarietà e la ricerca di Dio”. Il dialogo, però, non deve restare solo teoria: “Non basta incontrarsi per parlare: bisogna collaborare, condividere momenti e progetti. Solo così la conoscenza reciproca diventa amicizia e l’amicizia si trasforma in testimonianza di pace.”

    Una serata di confronto e speranza

    Il giornalista Claudio Mésoniat, chiamato a moderare la serata dell’11 ottobre, racconta come l’idea sia nata dall’amicizia con Luan e Fabio. “Io l’ho caldeggiata da subito e la moderazione mi è stata affibbiata con il solito fai tu, che sei del mestiere!”. Con quali intenti e con quali interessi? Mésoniat: “La mia curiosità, che penso condivisa dai più, è di far emergere l’importanza della fede nella vita di questi giovani, sia cristiani che musulmani. Poi, la centralità o meno dell’educazione ricevuta in famiglia e soprattutto cosa significhi per loro giocare questa fede nei rispettivi ambiti di studio e di lavoro. Conto sul dialogo tra loro e sulle domande del pubblico”. Riflettendo sul valore dell’incontro, aggiunge: “Le domande di senso, di bellezza e di giustizia sono le stesse nel cuore di ogni uomo, credente o meno. È da queste che può nascere un’autentica amicizia tra persone e comunità diverse”.

    Un segno per il Ticino

    L’apertura della Moschea del Sopraceneri rappresenta un passo importante per il territorio ticinese: un luogo che unisce, che invita al rispetto e alla conoscenza reciproca. In un tempo segnato da divisioni e sospetti, la scelta di inaugurare il nuovo centro con un dialogo tra giovani di fedi diverse è un gesto di fiducia nel futuro. Come afferma l’imam Afmataj, “educare le nuove generazioni a uno sguardo aperto e rispettoso è la via per costruire ponti e non muri”. La nuova moschea di Giubiasco non è dunque solo un edificio religioso, ma un segno concreto di convivenza e speranza: un invito a incontrarsi, ascoltarsi e riconoscere, nell’altro, un compagno di cammino.

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