Spesso ci immaginiamo la santità come molto distante da noi, fatta solo per i perfetti e i super-eroi che sono stati sempre sulla breccia. In realtà i santi sono stati fragili e peccatori come noi, ma hanno saputo riconciliarsi con le loro ferite e hanno voluto fare di esse un trampolino per elevarsi fino a Dio. Fare esperienza della propria fragilità dovrebbe renderci più comprensivi e misericordiosi verso le miserie altrui. I santi hanno avuto il “genio” dell’amore. Potremmo dire che sono stati anche furbi, nel senso che sapevano dove attingere alla sorgente della grazia per salire più in alto.
San Carlo Acutis e la forza dell’Eucaristia
Se pensiamo al giovane san Carlo Acutis (1991-2006), si nutriva costantemente della forza dell’eucaristia che adorava ogni giorno, della preghiera, del rosario, della confessione, dell’aiuto ai poveri. “Il vero discepolo di Cristo, infatti, è contrassegnato dalla carità verso Dio e verso il prossimo” (Lumen Gentium 42).
Tutti siamo chiamati alla santità in forza del battesimo. Abbiamo ricevuto questo dono in germe ed è nostro compito mantenere e perfezionare con la vita la santità che abbiamo ricevuto, come dice il Concilio (cfr. LG 40).
Scegliere sempre il più perfetto
Santa Teresa d’Avila, la grande riformatrice spagnola e dottore della Chiesa, aveva fatto il voto di scegliere sempre il più perfetto. Noi non siamo chiamati alla mediocrità ma a fare scelte coraggiose, a superare noi stessi e a camminare ogni giorno, senza fermarci, per passare la porta stretta indicata da Gesù nel Vangelo.
In fondo, ciò che sembra difficile, è semplice. Sant’Agostino diceva: “Qualunque cosa fai, falla bene e avrai lodato il Signore”.
Però è un cammino che dobbiamo fare con il sorriso, perché siamo stati preceduti da tanti santi che ci sono di esempio, ci indicano la strada e ci incoraggiano nel percorso: “Servite il Signore nella gioia”, dice il Salmo 99.
Non siamo soli, siamo uniti fra noi nella comunione con Dio. Dovremmo domandarci spesso: “Gesù è contento di me? Come posso migliorare il mio rapporto con Dio e con il prossimo?”
Camminare leggeri verso la meta
Tutti, laici, sposati, consacrati, siamo chiamati a rendere visibile la santità della Chiesa fondata da Gesù. “Perciò tutti si sforzino di dirigere rettamente i propri affetti, affinché dall’uso delle cose di questo mondo e da un attaccamento alle ricchezze contrario allo spirito della povertà evangelica, non siano impediti di tendere alla carità perfetta; ammonisce infatti l’Apostolo: Quelli che usano di questo mondo, vivano come se non ne usassero appieno, perché passa la scena di questo mondo”. (LG 42)
Più siamo “leggeri” e più camminiamo spediti verso la meta, con il canto nel cuore. Così ci esorta San Paolo: “Fratelli, siate gioiosi, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi” (2 Cor 13, 11). I santi hanno vissuto il Vangelo, di cui si sono nutriti quotidianamente, e hanno messo in pratica gli insegnamenti di Cristo. Dal Cielo ci attendono e fanno il tifo per noi. Possa Gesù dire di ciascuno di noi, al termine della nostra vita: “Questo è il mio figlio prediletto, in cui ho posto tutta la mia gioia”.
Suor Sandra, agostiniana
 
         
             
             
                
            
            
            
            
             
                
                 
                
                