Monito dei vescovi cattolici americani alle deportazioni dell’amministrazione Trump. La denuncia dell’episcopato statunitense arriva in una dichiarazione pressoché unanime. Nel testo, approvato alla conferenza annuale dei vescovi a Baltimora, i vescovi affermano di «opporsi alle deportazioni di massa indiscriminate di persone» e di «pregare per la fine della retorica disumanizzante e della violenza, sia rivolta agli immigrati che alle forze dell’ordine». «Noi, come vescovi cattolici, - continua il testo - amiamo il nostro Paese e preghiamo per la sua pace e prosperità. Proprio per questo motivo, ci sentiamo ora in dovere, in questo contesto, di alzare la voce in difesa della dignità umana donata da Dio».
«Ci opponiamo alle indiscriminate deportazioni di massa di persone», sottolinea il messaggio. «Preghiamo per la fine della retorica disumanizzante e della violenza, sia rivolta agli immigrati che alle forze dell’ordine» si legge ancora. «Preghiamo che il Signore guidi i leader della nostra nazione e siamo grati per le opportunità passate e presenti di dialogo con i funzionari pubblici ed eletti».
I vescovi hanno affermato di «essere legati al popolo da vincoli di comunione e compassione in Nostro Signore Gesù Cristo» e di «essere rattristati dallo stato del dibattito contemporaneo e dalla denigrazione degli immigrati».
Nel corso dell’assemblea i vescovi hanno inoltre ricordato che gli Stati Uniti celebreranno nel 2026 il 250° anniversario della Dichiarazione d’indipendenza e, in vista della ricorrenza, hanno votato per consacrare il Paese al Sacro Cuore di Gesù nel giugno 2026: 215 voti favorevoli, 8 contrari e 7 astensioni. Guardando alle sfide del Paese – individualismo, polarizzazione, violenza politica e minacce alla vita dei più fragili – i presuli ribadiscono che “ogni persona è amata da Dio e merita di essere rispettata”, che si tratti di una vita “nel grembo materno, straniera, senza dimora, affamata, in carcere o morente”
La voce del Papa
Più volte, negli ultimi mesi, Leone XIV è intervenuto con parole nette a difesa della dignità dei migranti e dei detenuti. Il 4 novembre, rispondendo alle domande dei giornalisti, aveva commentato il capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo: «Alla fine dei tempi ci sarà chiesto: come avete accolto lo straniero? Lo avete accolto o no?». E ha aggiunto: «In queste parole c’è materia per una profonda riflessione. Molti di coloro che hanno vissuto per anni senza mai creare problemi sono oggi profondamente colpiti dalla situazione presente». Una presa di posizione che mostra quanto Leone XIV intenda radicare il suo pontificato nella fedeltà al Vangelo, con uno sguardo pastorale e umano sulle ferite sociali del suo Paese d’origine.
fonte: sir/agenzie/red