La Chiesa ha celebrato ieri la giornata “Pro Orantibus” dedicata alle religiose e ai religiosi di vita claustrale. Tante le iniziative nelle diverse parti d’Italia per approfondire la vocazione che resta una scelta di preghiera e di isolamento.
“Il mondo può affidarci gioie, dolori, difficoltà e preoccupazioni, ma in questa giornata” - ci confessa suor Chiara, badessa del Monastero delle clarisse di Oristano - anche noi chiediamo al mondo preghiere per restare fedeli alla vocazione ed essere perseveranti”. La scelta della clausura è “una scelta che rende felici, riempie la vita e ne vale la pena tuttora”, confessa la badessa, ”se ci sono meno vocazioni è perché non c’è ascolto vero e profondo del cuore”.“Fiaccole che guidano il cammino dell’umanità”, “dono irrinunciabile per la Chiesa”, così Papa Francesco parlava delle contemplative nella Costituzione apostolica “Vultum Dei Quaerere”del 2016, raccomandando loro la formazione e anche un "prudente discernimento" dei mezzi di comunicazione.
Nel piccolo convento delle clarisse di Oristano è iniziata una vera rivoluzione digitale, con un profilo Facebook, un canale Whatsapp e un’apertura inconsueta ai social: “Si tratta di una sorta di ruota spalancata sul mondo”, ci racconta la badessa suor Chiara, “da usare nei tempi e nei modi giusti, ma molto utile per concretizzare meglio le preghiere per l’umanità, per entrare in contatto con molte più persone di quelle che vengono a parlarci in convento, e poi serve per meditare la Parola del Signore e per farci conoscere”.“La preghiera resta il fondamento della nostra vita claustrale, ma l’isolamento dal mondo non significa chiusura”, tiene a spiegare suor Chiara, “le sorelle seguono una formazione costante che non è solo spirituale, ma è sui temi di oggi con esperti ed è per noi importantissima”.Tra i mali del mondo contemporaneo che le grate filtrano, emerge la povertà: “non è solo povertà materiale- spiega la badessa – ma è soprattutto spirituale, è la povertà dell’usa e getta, degli interessi personali che dominano i rapporti e che generano guerre, fame, assenza di relazioni”.
Gabriella Ceraso - News.va