Il “fremito” dei giovani è un vento che percorre il cuore del mondo: un grido silenzioso contro discriminazioni e ingiustizie subite dai loro coetanei. È il desiderio ardente di verità, bellezza, gioia e pace. Ma lungo il cammino possono incontrare falsi maestri: lo “scrolling” infinito sui telefoni, che li inghiotte e li svuota; o l’eco di chi usa la fede per dividere. La loro aspirazione non può restare imprigionata: trova compimento solo nell’uscire da sé, nell’aprirsi, nel donarsi. Questo è il cuore del messaggio di Papa Leone XIV per la XL Giornata Mondiale della Gioventù.
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"Anche voi date testimonianza, perché siete con me"
Il primo pensiero del Papa è un ringraziamento ai giovani che hanno partecipato agli eventi del Giubileo a loro dedicato, tenutisi a Roma tra luglio e agosto. Un evento "prezioso per rinnovare l’entusiasmo della fede e condividere la speranza che arde nei cuori". Il Pontefice auspica che esso “non rimanga un momento isolato”, ma diventi “un passo avanti nella vita cristiana e un forte incoraggiamento a perseverare nella testimonianza della fede”. Il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà il 23 novembre, è tratto dal Vangelo di Giovanni: "Anche voi date testimonianza, perché siete con me". Essa rappresenta una tappa di avvicinamento all’edizione internazionale della GMG, in programma a Seoul nel 2027.
Desideri di verità, bellezza, gioia e pace
Il Papa insiste quindi sul legame fondamentale alla base della testimonianza: nasce “dall’amicizia con il Signore”. Non è “propaganda ideologica”, ma "un vero principio di trasformazione interiore e di sensibilizzazione sociale".
Quando dunque Gesù ci dice: “Date testimonianza”, ci sta assicurando che ci considera suoi amici. Lui solo conosce pienamente chi siamo e perché siamo qui: conosce il cuore di voi giovani, il vostro fremito davanti a discriminazioni e ingiustizie, il vostro desiderio di verità e di bellezza, di gioia e di pace; con la sua amicizia vi ascolta, vi motiva e vi guida, chiamando ciascuno a una nuova vita
Amici spontanei e gioiosi
Uno “sguardo”, quello di Gesù, che non cerca "servi" o "attivisti di un partito", ma amici spontanei e gioiosi.
È un’amicizia unica, che ci dona la comunione con Dio; un’amicizia fedele, che ci fa scoprire la nostra dignità e quella altrui; un’amicizia eterna, che neanche la morte può distruggere, perché ha nel Crocifisso risorto il suo principio
La testimonianza che nasce dall'amore
La testimonianza è quella dell’apostolo Giovanni, richiamata da Leone XIV. Il suo racconto trasuda “gratitudine” e “stupore”: egli si definisce “il discepolo che Gesù amava”. Un titolo che è specchio di una relazione: non un nome, ma la realizzazione di un legame personale.
Ciò che scrive l’apostolo Giovanni vale anche per voi, carissimi giovani. Siete invitati da Cristo a seguirlo e a sedervi accanto a Lui, per ascoltare il suo cuore e condividere da vicino la sua vita! Ognuno per Lui è un “discepolo amato”, e da questo amore nasce la gioia della testimonianza
Non occupare "la scena"
Un altro Giovanni, il Battista, ricorda che il vero discepolo non cerca di occupare “la scena” né di raccogliere seguaci. Umile e “interiormente libero”, non pretende di essere al centro dell’attenzione. Ha la facoltà di ascoltare, interpretare e dire la verità a tutti, anche ai "potenti". Il Battista, prosegue Leone XIV, insegna come l’annuncio non è celebrazioni delle proprie capacità spirituali, intellettuali o morali, rendendo sempre valido l’invito fatto da Papa Francesco:
Se non usciamo da noi stessi e dalle nostre zone di comodità, se non andiamo verso i poveri e chi si sente escluso dal Regno di Dio, noi non incontriamo e non testimoniamo Cristo. Smarriamo la dolce gioia di essere evangelizzati e di evangelizzare.
Le risposte non sono nello scrolling
La ricerca è continua: si sviluppa tanto nella riflessione personale quanto nel rapporto con gli altri.
In effetti, le nostre domande più profonde non trovano ascolto, né risposta nello scrolling infinito sul cellulare, che cattura l’attenzione lasciando affaticata la mente e vuoto il cuore. Non ci portano lontano se le teniamo chiuse in noi stessi o in circoli troppo ristretti. La realizzazione dei nostri desideri autentici passa sempre attraverso l’uscire da noi stessi
I disagi dei giovani
Il Pontefice esorta i giovani a diventare “missionari” di Cristo. Tutti condividono “la ricerca di senso”, accompagnata da un senso di “insicurezza” che assume diverse forme. Molti subiscono violenza, sono costretti ad usare le armi, separati dai propri cari, costretti alla migrazione e alla fuga. Alcuni sono privati di istruzione e di beni essenziali. I disagi sono però anche più prossimi: pressioni sociali o lavorative, crisi familiari, mancanza di opportunità, rimorso per errori commessi. Il Pontefice nota che è sempre possibile mettersi al fianco dei propri coetanei, camminando con loro, a immagine di Dio che — come ricordava Papa Francesco nell’Enciclica Dilexit nos — “è vicinanza, compassione e tenerezza”.
La tensione tra accoglienza e rifiuto
Testimoniare, osserva ancora Leone XIV, non è sempre facile. Nei Vangeli emerge la tensione fra accoglienza e rifiuto di Gesù, come in Giovanni: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”. Anche oggi il “discepolo-testimone” può incontrare rifiuto, fino all’opposizione violenta. Una realtà dolorosa, ma che diventa occasione per vivere “il comandamento più alto”: amare i propri nemici.
Ancora oggi, in tanti luoghi del mondo, i cristiani e le persone di buona volontà soffrono persecuzione, menzogna e violenza. Forse anche voi siete stati toccati da questa dolorosa esperienza e forse siete stati tentati di reagire istintivamente mettendovi al livello di chi vi ha rifiutato, assumendo atteggiamenti aggressivi. Ricordiamoci però il sapiente consiglio di San Paolo: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
Organizzarsi per riconciliare comunità polarizzate
Dall’amicizia con Cristo nasce una vita pienamente fraterna. Chi incontra Gesù porta calore agli altri, introducendoli in una dimensione di vicinanza disinteressata, compassione sincera e tenerezza fedele.
Lo Spirito Santo ci fa vedere il prossimo con occhi nuovi: nell’altro c’è un fratello, una sorella!
Inoltre, il legame con Gesù è capace di sollevare dall’indifferenza e dalla “pigrizia spirituale”, scavalcando “chiusure e sospetti".
Ci lega inoltre gli uni agli altri, sospingendoci a impegnarci insieme, dal volontariato alla carità politica, per costruire nuove condizioni di vita per tutti. Non seguite chi usa le parole della fede per dividere: organizzatevi, invece, per rimuovere le disuguaglianze e riconciliare comunità polarizzate e oppresse.
"Non siamo mai soli"
Di fronte “alle sofferenze e alle speranze del mondo”, Leone XIV invita a fissare lo sguardo su Gesù, sul suo “dono estremo d’amore” sulla croce, sul suo affidare Maria a Giovanni come madre. Invita ad accogliere questo "santo legame", coltivandolo soprattutto nella preghiera del Rosario.
Così, in ogni situazione della vita, sperimenteremo che non siamo mai soli, ma sempre figli amati, perdonati e incoraggiati da Dio. Di questo, con gioia, date testimonianza!
Vatican News