Nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Giuseppe lavoratore e inizia il mese mariano, Papa Francesco non dimentica di pregare per la pace e per i popoli che sono vittime della guerra. “La guerra sempre è una sconfitta, sempre”, afferma il Pontefice nei saluti al termine dell’udienza generale.
Pensiamo alla martoriata Ucraina che soffre tanto. Pensiamo agli abitanti della Palestina e di Israele, che sono in guerra. Pensiamo ai Rohingya, al Myanmar, e chiediamo la pace, chiediamo la vera pace per questi popoli e per tutto il mondo.
“Chiediamo la pace, che vada avanti, la pace”, afferma il Papa, ricordando ancora una volta come purtroppo come “oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi”. Guadagnare con la morte, ribadisce, è “terribile”.
La vicinanza spirituale di Francesco è andata anche al popolo del Kenya “in questo momento in cui una grave alluvione ha tragicamente tolto la vita a molti nostri fratelli e sorelle, ferendone altri e causando una diffusa distruzione”. I morti finora a causa delle conseguenze del maltempo, che hanno colpito Nairobi e la vicina zona di Mai Mahui, sono almeno 169, mentre 91 sono i dispersi. Oltre 190 mila le persone colpite. “Vi invito a pregare per tutti coloro che stanno subendo gli effetti di questo disastro naturale”, ha detto il Papa, ricordando che “anche in mezzo alle avversità, ricordiamo la gioia di Cristo risorto...”.
https://youtu.be/f_Sh6KQwykYLe virtù teologali – fede, speranza e carità – sono i grandi doni di Dio, insieme danno occhi che vedono nel buio, un cuore che ama quando non si è amati, una speranza contro tutto. Papa Francesco, nella catechesi all’udienza generale tenutasi nell’aula Paolo VI, offre immagini concrete per spiegare le virtù che rendono “prudenti, giusti forti e temperanti”. Virtù teologale come la fede che non si contrappone alla ragione ma che ha un grande nemica: la paura.
La fede è la virtù che fa il cristiano. Perché essere cristiani non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l’accompagnano, ma essere cristiano è accogliere e custodire un legame, un legame con Dio: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame è quello che ci fa cristiani.
“Che cosa è la fede?”: si chiede il Papa che risponde ricorrendo al Catechismo della Chiesa Cattolica. La fede, dunque, “è l’atto con cui l’essere umano si abbandona liberamente a Dio”. Francesco ricorre alle grandi figure bibliche per spiegare la resa al Signore. Abramo, ad esempio, è un grande padre della fede che lo ha reso fecondo, capace anche di offrire a Dio suo figlio Isacco, risparmiato all’ultimo dal sacrificio. “Andò – dice il Papa - co me se vedesse l’invisibile”.
Francesco indica come riferimento per la fede Mosè, che resta saldo nella fiducia al Signore. Poi c’è la Vergine Maria che con il suo sì “parte per una strada di cui non conosce né il tracciato né i pericoli” ma con il cuore pieno di fede e fiducia. Il Papa cita ancora l’episodio del Vangelo quando gli apostoli in mezzo alla tempesta vedono Gesù dormire. “Perché avete paura? – afferma Gesù – Non avete ancora fede?”.
Ecco, dunque, la grande nemica della fede: non è l’intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma il grande nemico della fede è la paura. Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana: un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in noi.
“Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio” è la domanda che si rivolge ai genitori quando intendono battezzare il proprio bambino. “La fede, il battesimo!”: è la risposta.
Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non annegherà nella paura. Ecco, il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, solo l’amore di Dio vince la morte.
“La fede – aggiunge il Papa è il dono più felice, l’unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede ‘innesca’ la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio”. “Signore, aumenta la nostra fede”: è la preghiera – “Una bella preghiera” - che Papa Francesco fa ripetere ai fedeli alcune volte, facendola risuonare nell’Aula Paolo VI gremita di pellegrini.
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All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.