Un “martire africano”, un “uomo di pace” in un territorio lacerato dalle violenze come Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, un modello di lotta alla corruzione, uno stimolo per tanti giovani, di cui il continente africano è ricco, ad essere “fermento di pace disarmata e disarmante”. Con parole appassionate Papa Leone XIV ricorda Floribert Bwana Chui (nella foto) il giovane congolese, responsabile della Comunità di Sant’Egidio a Goma, doganiere ucciso l’8 luglio 2007 per aver rifiutato di far passare carichi di cibo avariato, proteggendo così la salute dei più poveri. Ieri, domenica 15 giugno, Floribert è stato elevato agli onori degli altari in una partecipata cerimonia a San Paolo fuori le Mura, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi. Tutti i presenti ieri pomeriggio nella Basilica papale sono ricevuti oggi in udienza nel Palazzo Apostolico da Papa Leone; tra loro anche la mamma e i familiari del nuovo beato a cui il Pontefice riserva un pensiero speciale. Presenti pure i membri della Comunità di Sant’Egidio a cui Floribert apparteneva e diversi vescovi congolesi. Con loro il Papa prega, invocando l'intercessione del beato, per “la sospirata pace” in Congo e nell'Africa intera.
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Il ricordo di Papa Francesco
Il Papa - accolto da un lunghissimo applauso - inizia il suo discorso tutto in francese citando il predecessore Francesco, il quale, nel viaggio in Repubblica Democratica del Congo del gennaio 2023, durante l’incontro affollatissimo con i giovani congolesi nello Stade des Martyrs, tra musica, balli e testimonianze, volle riservare un ampio ricordo di Floribert Bwana Chui.
Un giovane come voi… a soli 26 anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente. In quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue. Essere onesti è brillare di giorno, è diffondere la luce di Dio, è vivere la beatitudine della giustizia: vinci il male con il bene!
La battaglia mite per la pace
Un amico ricorda che Bwana Chui “era convinto fossimo nati per fare cose grandi, per incidere nella storia, per trasformare la realtà”. Mentre una religiosa ha richiamato le sue parole: “La comunità mette tutti i popoli alla stessa tavola”, diceva. “È stato un uomo di pace”, rimarca Leone XIV.
In una regione tanto sofferente come il Kivu, lacerata dalla violenza, portava avanti la sua battaglia per la pace con mitezza, servendo i poveri, praticando l’amicizia e l’incontro in una società lacerata
La fiducia nel futuro, nonostante tutto
Non era “per nulla rassegnato al male”, Floribert Bwana Chui, e “aveva un sogno, che si nutriva delle parole del Vangelo e della vicinanza al Signore”. Se molti coetanei si sentivano “abbandonati e senza speranza”, lui invece “ascoltava la parola di Gesù: ‘Non vi lascerò orfani; tornerò da voi’”. “Nessuna terra è abbandonata da Dio!”, afferma infatti il Pontefice, e Floribert di questo ne era certo: “Malgrado tutto, esprimeva fiducia riguardo al futuro”. Diceva infatti: “Il Signore prepara un mondo nuovo, dove la guerra non ci sarà più, gli odi saranno cancellati, la violenza non si affaccerà più come un ladro nella notte…
I bambini cresceranno in pace. Sì, è un grande sogno. Non viviamo, allora, per ciò che non vale. Viviamo piuttosto per questo grande sogno!
Il valore della testimonianza dei laici e dei giovani
Parole dette da un doganiere ventiseienne che non sapeva che un giorno sarebbe stato proclamato beato dalla Chiesa cattolica. Parole dette da un laico, cosa che, sottolinea il Papa, “mette in luce il valore prezioso della testimonianza dei laici e dei giovani”.
Possa allora, per l’intercessione della Vergine Maria e del Beato Floribert, realizzarsi presto la sospirata pace in Kivu, in Congo e in tutta l’Africa!
Vatican News