È un quadro di stazionarietà che vede tuttavia lievi miglioramenti su respiro, voce e mobilità, quello della salute di Papa Francesco, convalescente a Casa Santa Marta dal 23 marzo scorso, giorno in cui ha concluso il suo ricovero dal Policlinico Gemelli per la polmonite bilaterale. Francesco – come informa la Sala Stampa della Santa Sede fornendo informazioni sulle condizioni del Pontefice – ha effettuato nei giorni scorsi le analisi del sangue che hanno mostrato valori nella norma e anche una lastra toracica dalla quale è emerso un miglioramento del quadro infettivo polmonare.
Il Papa viene sottoposto alla ossigenazione: quella ad alti flussi è concentrata nelle ore notturne e all’occorrenza. Durante il giorno il Pontefice riceve la somministrazione ordinaria di ossigeno tramite cannule nasali che, informa la Sala Stampa, in alcuni momenti può togliere per breve tempo.
Proseguono pure le terapie, quelle motoria e respiratoria, già iniziate durante la degenza al Gemelli, e da esse Francesco trae beneficio, come dimostrano gli “ulteriori miglioramenti” dal punto di vista motorio, respiratorio e anche nell’uso della voce. Come si ricorda, gli stessi medici che hanno avuto in cura il Papa al Gemelli per 38 giorni parlavano di difficoltà del Pontefice nel parlare a causa della polmonite.
Come la voce migliora anche la mobilità, nel senso che il Papa sta recuperando quella attività motoria di prima del ricovero, sempre con la necessità dell’assistenza. Francesco, anche sedendo alla scrivania, svolge l’attività lavorativa che, insieme a riposo e preghiera, scandisce le sue giornate. Dai Dicasteri vengono consegnati a Santa Marta i documenti che necessitano della firma e della autorizzazione del Papa, come i decreti per le cause di canonizzazione pubblicati ieri.
Ogni mattina, poi, Jorge Mario Bergoglio celebra la Messa nella cappellina privata del secondo piano di Casa Santa Marta. Non riceve visite ed è assistito “per tutto il tempo necessario” dal personale medico e sanitario, quello della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano e anche del Policlinico Gemelli. Presenti accanto a lui i collaboratori più stretti, a cominciare dai segretari particolari.
Il Papa non è quindi mai solo, è stata la risposta a chi domandava se in questo tempo di malattia Francesco – abituato a grandi folle, tante udienze di tabelle e incontri riservati lungo tutta la giornata - soffrisse un po’ di solitudine. L’umore, invece, si conferma buono e questo grazie anche al “tanto affetto” ricevuto dalla gente e manifestato tramite lettere, biglietti, doni.
Prematuro, per il momento, definire l’agenda del Pontefice durante la Settimana Santa. Anche per l’Urbi et Orbi della domenica di Pasqua, la benedizione del Papa alla città e al mondo – al centro dell’attenzione di tanti giornalisti - non si hanno indicazioni e si attende che i medici valutino i miglioramenti.
Ciò che è certo è che il Papa non sarà presente alle celebrazioni per il Giubileo degli ammalati di questo fine settimana. Si terrà una Messa presieduta da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, il quale leggerà l’omelia preparata dal Pontefice. Domani sarà diffuso il testo della catechesi dell’udienza generale come negli scorsi mercoledì e lo stesso potrebbe avvenire per l’Angelus, come nelle ultime sette domeniche. La speranza di molti è che Papa Francesco possa affacciarsi, anche solo per un saluto e una benedizione, dalla finestra dello studio privato del Palazzo Apostolico. Solo una speranza, appunto, nessuna previsione in merito né informazioni. Tuttavia aggiornamenti, almeno per l’Angelus, si avranno venerdì prossimo quando si terrà un nuovo briefing nella Sala Stampa della Santa Sede, dal 14 febbraio affollata dai giornalisti dei media di tutto il mondo.
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Nella terza catechesi su “La vita di Gesù. Gli incontri", Francesco riflette sulla personalità di Zaccheo. Cristo lo incontra a Gerico, "città situata sotto il livello del mare" dove Gesù vuole andare a cercare chi si sente perduto.
Nell’omelia della Messa nel ventesimo anniversario della morte del santo Pontefice polacco, nella Basilica di san Pietro, il cardinale segretario di Stato ha ricordato “il suo amore appassionato per Cristo” e il suo “instancabile servizio della pace”.
Il Pontefice è rientrato da 6 giorni a Casa Santa Marta dopo la degenza al Gemelli. Proseguono le terapie, ridotta l’ossigenazione ad alti flussi con le cannule nasali di giorno ed è iniziata la riduzione anche di notte. Esami del sangue normali.