di Gino Driussi
Ha destato una certa sorpresa la decisione del Sinodo, ossia il parlamento della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS, che federa 24 Chiese cantonali e la Chiesa metodista), riunitosi recentemente a Neuchâtel, di respingere la proposta avanzata dal Consiglio (l’organo esecutivo) di effettuare un’indagine nazionale in relazione agli abusi sessuali. Il Consiglio aveva chiesto un credito di 1,6 milioni di franchi per incaricare l’Università di Lucerna di realizzare un’indagine rappresentativa nell’arco di tre anni su 20 mila persone che vivono in Svizzera e che sarebbero state scelte a caso e sarebbero state interrogate sulle loro esperienze in materia di abusi. La proposta non ha convinto la maggioranza dei delegati, i quali, invece di accettarla, hanno approvato tre controproposte. In primo luogo, il parlamento della CERiS ha chiesto all’esecutivo di istituire un gruppo di lavoro per esaminare un eventuale studio interno alla Chiesa. Il Sinodo ha inoltre incaricato il Consiglio di incoraggiare il lavoro di prevenzione per la protezione dell’integrità personale e di creare un punto di contatto esterno per le vittime. Infine, ha accettato un emendamento che impone al Consiglio della CERiS di rivolgersi alla Confederazione affinché venga effettuata un’indagine su larga scala. La presidente della Chiesa riformata svizzera, la pastora Rita Famos, ha espresso il proprio rammarico per la bocciatura da parte del Sinodo: «L’intero Consiglio si era adoperato per questo studio. Tuttavia la Chiesa continuerà a impegnarsi a favore delle persone interessate. Stiamo ora istituendo un servizio di segnalazione esterno e svilupperemo, con una task force, ulteriori misure per individuare e prevenire gli abusi sessuali».
Di ben altro tenore erano state invece le misure adottate un mese prima dal Sinodo della Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT) a favore di una linea inequivocabile contro ogni abuso. Dopo un processo di riflessione durato più di un anno, il Sinodo ha adottato all’unanimità una modifica degli ordinamenti ecclesiastici che afferma: «La CERT non tollera violazioni all’integrità personale e intima di alcun genere: molestie sessuali, mobbing, violenza, minaccia di violenza, abuso spirituale, nonché le allusioni alle stesse». Seguono quattro articoli che definiscono precisi impegni da parte della CERT, tesi a combattere ogni forma di sopruso, promuovendo la protezione delle persone colpite, il ruolo nella prevenzione dei pastori, dipendenti e volontari, e instaurando l’obbligo di diligenza da parte degli organi ecclesiastici. Soddisfazione per questo traguardo è stata espressa subito dopo il voto dal presidente della CERT, il pastore Stefano D’Archino: «Sono proprio soddisfatto che in poco tempo e all’unanimità siamo riusciti ad esplicitare nei nostri regolamenti che la Chiesa deve essere una comunità accogliente e sicura per tutti e tutte. Ma non solo, abbiamo già fatto partire un servizio esterno, che può trattare efficacemente eventuali violazioni dell’integrità personale. A livello organizzativo stiamo già mettendo in campo alcune iniziative di sensibilizzazione sul tema». Ora a tutti i dipendenti e alle persone che hanno incarichi istituzionali all’interno della CERT e delle Comunità regionali, verrà richiesta la sottoscrizione di un documento, per attestare di aver preso atto della modifica degli ordinamenti ecclesiastici e per esplicitare il proprio impegno nell’ambito della salvaguardia dell’integrità personale. La Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT) comprende tre comunità regionali (Sottoceneri, Locarnese e Bellinzonese). La CERT è riconosciuta, al pari della Diocesi cattolica di Lugano, dallo Stato del Canton Ticino. I protestanti nel Ticino sono la seconda comunità religiosa più grande e costituiscono poco meno del 4% della sua popolazione.
Anche quest’anno il costo della vita in Svizzera è aumentato. Per le famiglie con risorse economiche limitate, tale incremento rappresenta una seria minaccia alla loro esistenza. Lo afferma Caritas Svizzera in un comunicato.
Anche bambini di Origlio/Ponte Capriasca tra i tre gruppi di altrettante regioni linguistiche accolti dalla Presidente del Consiglio Nazionale Maja Riniker.
Le proposte, al concorso indetto ogni anno dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, possono essere inoltrare fino al 15 gennaio.