Sono inesorabilmente in aumento in Svizzera le persone che lasciano sia la Chiesa cattolica che quella protestante. Lo rivelano i dati presentati oggi dall’Istituto svizzero di pastorale sociologica di San Gallo (SPI): nel 2023, 67.497 persone hanno abbandonato la Chiesa cattolica, circa il doppio dell'anno precedente (2022: 34.561). Alla fine del 2023, i membri della Chiesa cattolica erano circa 2,8 milioni (i dati si riferiscono in particolar modo alle diocesi in cui viene riscossa l’imposta ecclesiastica ed è quindi escluso il Ticino). Nella Chiesa evangelica riformata, 39.517 persone hanno lasciato la Chiesa nel 2023 (2022: 30.393). Alla fine del 2023 i membri della Chiesa erano circa 1,86 milioni. Il calo è pure l'accesso ai sacramenti, come i battesimi e i matrimoni in chiesa. Dopo la diminuzione dovuto alla pandemia di coronavirus, si è registrata una lieve ripresa, che però non si è confermata: la curva è tornata a scendere.
Sul fronte degli arrivi, il dato rimane invece basso da diversi anni. Nel 2023, 1.004 persone si sono unite alla Chiesa cattolica (2022: 1.080), mentre 1987 a quella protestante (2022: 1683).
La consapevolezza che dopo la pubblicazione dello studio pilota sugli abusi ci sarebbe potuta essere una fuga di fedeli c’era ed è ciò si è avverato. Una dinamica che è stata evidenziata anche al di fuori dei confini nazionali, come ha illustrato il SPI. C’era da aspettarsi indignazione e sdegno, secondo il vescovo di San Gallo Markus Büchel. Ma non è stato il solo motivo: il calo è dovuto anche alla crescente secolarizzazione e individualizzazione spirituale-religiosa. “Come Chiesa siamo diventati irrilevanti per molte persone. La forma della chiesa dovrà quindi cambiare”, secondo Büchel, che intravvede nella sinodalità un processo di apprendimento per condurre fuori dalla crisi.
Anche quest’anno il costo della vita in Svizzera è aumentato. Per le famiglie con risorse economiche limitate, tale incremento rappresenta una seria minaccia alla loro esistenza. Lo afferma Caritas Svizzera in un comunicato.
Anche bambini di Origlio/Ponte Capriasca tra i tre gruppi di altrettante regioni linguistiche accolti dalla Presidente del Consiglio Nazionale Maja Riniker.
Le proposte, al concorso indetto ogni anno dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, possono essere inoltrare fino al 15 gennaio.