di Federico Anzini
Nei prossimi giorni ci saranno due occasioni interessanti per approfondire le sfide e le opportunità che offre l’intelligenza artificiale. Il primo appuntamento sarà giovedì 14 novembre con l’incontro con Fabio Mercorio, professore di AI e «Data Science» presso l’Università Statale di Milano-Bicocca. La seconda data da mettere in agenda è venerdì 22 novembre, quando andrà in scena al Foce di Lugano lo spettacolo teatrale «Il pulsante». Abbiamo intervistato Luca Botturi, docente di Media in Educazione presso la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), moderatore del primo incontro e autore della pièce teatrale.
Prof. Botturi, in che modo l’Intelligenza artificiale (IA) sta cambiando il panorama dell’educazione e della scuola?
L’IA è entrata nel panorama educativo un po’ a gamba tesa, quasi a sorpresa. Il primo effetto è stato far saltare in aria pratiche valutative tradizionali, come il tema a casa o la traduzione - che oggi qualsiasi studente può farsi fare da un chatbot. Questo ha colpito soprattutto liceo e università. Ma la conseguenza non è solo valutativa: si rischia di mettere in pensione il pensiero critico e la creatività. Oltre a questo però ci sono anche situazioni in cui è utile usare strumenti di IA, tanto per i docenti quanto per aiutare lo studio. L’effetto più profondo secondo me però è un altro: bisogna ripensare cosa vale la pena insegnare e imparare, come è accaduto con la calcolatrice (serve il calcolo mentale? Sì, ma in modo diverso che per i miei nonni) o internet (serve imparare informazioni a memoria?).
In quali aspetti è giustificato il timore verso questa tecnologia?
Direi sicuramente in relazione alle fake news, che l’IA permette di produrre a ritmi vertiginosi. Inoltre, l’IA non è davvero intelligente, e può fornire informazioni false o assurde senza accorgersene, ma in maniera tanto elegante che noi ci caschiamo. Anche qui però, c’è un rischio più subdolo: per un ragazzo può essere frustrante pensare che una macchina, in pochi secondi, può fare bene ciò che per lui è difficile: questa situazione può infiacchire la motivazione allo studio in maniera molto profonda. Per contro, non credo che dovremmo preoccuparci del fatto che l’IA conquisti il mondo ed estingua il genere umano, come nel film «Terminator». L’IA è uno strumento complesso, ma pur sempre strumento. Dovremmo piuttosto impegnarci a conoscerla, a dominarla e a usarla ragionevolmente per il bene.
L’IA avrà un impatto anche sui metodi d’insegnamento tradizionali. Potrà portare benefici agli studenti con bisogni educativi speciali (BES) o difficoltà di apprendimento?
Il supporto alla differenziazione e ai BES è uno degli aspetti più interessanti. Con l’IA diventa molto semplice creare versioni di testi o problemi adatti a livelli diversi di competenza, e questo permette a un buon docente di lavorare più finemente sui bisogni di ogni allievo e allieva, proprio in chiave di personalizzazione. Sono opportunità, e ci vorrà un po’ (e qualche strumento specifico) perché si diffondano, ma sicuramente ci sono grandi potenzialità.
In che modo famiglie e scuola possono preparare le nuove generazioni all’uso intelligente e responsabile di queste tecnologie?
Direi senza demonizzare e senza essere ingenui. Anche l’innovazione nell’IA viene spinta da un mercato potentissimo che non ha interessi benefici, ma economici. Come i social ci hanno insegnato, il digitale non è un parco giochi, e quindi va esplorato con attenzione e cautela. Ma soprattutto con le idee chiare: non mi stancherò mai di ripetere che le tecnologie sono strumenti, e rispondono bene se li usiamo per un fine deciso da noi e che ci sta a cuore; altrimenti sono loro che usano noi.
Lo spettacolo teatrale da lei scritto, «Il pulsante», è un’occasione per riflettere sull’IA. La trama ruota attorno all’idea di «spegnere internet» per il bene dell’umanità. In realtà è un pretesto… perché non si può separare il bene dal male, o l’utile e il dannoso, con una linea retta. È un pretesto per riflettere e provare a guardare con un po’ di ironia il nostro rapporto a volte un po’ troppo complicato con gli schermi e la rete.
Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di questa pièce teatrale?
Un anno e mezzo fa ho reincontrato un amico attore, che non vedevo da vent’anni, e ho pensato che fosse l’occasione giusta per rimettere sul tavolo un’idea che avevo da tempo: uno spettacolo teatrale per parlare di tecnologia. E così è nato «Il pulsante» che raccoglie poi idee, stimoli e situazioni che ho incontrato in oltre quindici anni di lavoro con decine di classi e scuole sul mondo digitale.
Perché la scelta del mezzo teatrale?
Quando incontro una classe parliamo di internet, videogiochi, social… e quando esco mi chiedo che cosa gli rimane in mente, quando veramente abbiano strumenti per agire meglio. Il teatro è una delle forme narrative più potenti e credo che possa regalare immagini, spunti e riflessioni che vanno più in profondità. Ha anche un altro vantaggio: raggiunge un pubblico più ampio. «Il pulsante» è stato scritto e messo in scena per ragazzi dalla seconda media in su, ma è divertente e intrigante anche per gli adulti. E io trovo che sia bellissimo che genitori e figli, o nonni e nipoti vengano insieme a vedere questo spettacolo e poi si confrontino sulle diverse esperienze di vivere il digitale.
Spettacolo teatrale «Il pulsante» (prevendita su biglietteria.ch)
Un centinaio di persone, il 15 dicembre, hanno fatto un percorso dal sagrato della chiesa di S. Rocco fino alla chiesa di S. Giorgio, dove si è potuto ammirare, in una grotta, la rappresentazione vivente della Natività.
Raccolti CHF 26'500 a sostegno delle persone in difficoltà in Ticino. I fondi saranno destinati a due realtà locali che incarnano i valori di solidarietà ed assistenza: alla Lega Cancro Ticino (in aiuto ai bambini) ed alla Fondazione Francesco (di fra Martino Dotta)
Oggi, mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, padre Francesco Patton ofm, sarà in Ticino per un incontro dal titolo "Il coraggio della pace. Riflessioni su dialogo, riconciliazione e speranza (quando tutto sembra perduto)". Modera Andrea Fazioli