«Effettivamente anche noi costatiamo l’aumento, seppure circoscritto, di un certo nervosismo in un ambito nel quale, invece, dovrebbe prevalere il buon senso, il rispetto e la tolleranza», rivela Paolo Danielli, docente e coordinatore delle attività dell’oratorio San Giovanni di Mendrisio, con il quale ci siamo intrattenuti prendendo spunto dai recenti fatti di cronaca che riportano di episodi poco edificanti legati a presunti atti di violenza ed intolleranza avvenuti nell’ambito di un torneo regionale di allievi. L’oratorio di Mendrisio organizza a maggio, una volta all’anno, un torneo di calcio su più giorni che con il tempo ha acquistato notorietà. «Per la scorsa edizione erano più di 400 i partecipanti», evidenzia Paolo Danielli. L’iniziativa, rivolta a bambine/ i e ragazze/i dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media di Mendrisio e dintorni, è nata per far riscoprire l’oratorio e per offrire uno spazio nel quale incontrarsi, stare insieme, socializzare. Si possono iscrivere squadre miste, suddivise in tre categorie d’età. «Lo scopo è soprattutto quello di divertirsi insieme, anche se non manca un sano agonismo: il torneo è molto sentito ». Vincere però non è tutto. «Possono esserci degli errori da parte degli arbitri, dei giocatori o degli organizzatori, si possono subire delle ingiustizie: fa parte del crescere l’imparare a risolvere i piccoli conflitti attraverso il confronto, accettare che non sempre tutto va come si vorrebbe, e il ruolo degli adulti e dei genitori è anche quello di permettere ai giovani di gestire autonomamente queste situazioni», sottolinea Paolo. Si moltiplicano i casi in cui gli organizzatori di manifestazioni di calcio giovanile sono confrontati a momenti di tensione creati non solo dai ragazzi, ma anche da adulti. «Siamo stati costretti a rivedere il regolamento in modo da evitare il più possibile fraintendimenti e di ricordare più volte, fra le righe, lo scopo di questa iniziativa », ci confida il coordinatore delle attività dell’oratorio. Oltre alla partite di calcio, l’oratorio di Mendrisio propone anche giochi, attività, momenti ricreativi per rafforzare lo spirito di divertimento e del piacere di stare insieme che caratterizza questo torneo. Ma cosa si nasconde dietro a questo eccessivo «nervosismo»? «Forse – risponde Paolo Danielli – non si è più abituati a confrontarsi col fatto che non sempre tutto fila liscio e a volte le cose vanno diversamente, anche in modo ingiusto: ma questo fa parte della vita e bisogna saperlo accettare». Perché fin da piccoli, ai ragazzini bisognerebbe anche insegnare che oltre alle doti di velocità, scatto e mira un buon calciatore deve allenarsi anche ad incassare le sconfitte e a saper perdere con un sorriso.
Katia Guerra