«La profetessa del Reno, viene a noi abitanti del XXI secolo, come donna autentica che ha sviluppato le molteplici dimensioni della femminilità: materica e gioiosa, sapiente e visionaria, radicata nell’umano ma aperta al divino, pronta alla danza e alle relazioni di amicizia e di governo ». Descrive così Ildegarda di Bingen, don Giorgio Mazzanti, nella prefazione del prezioso volume di Sara Salvadori, «Viaggio nelle immagini», edito da Skira.
Prezioso, per l’introduzione che al volume fa Michela Pereira, una della massime studiose di Ildegarda. Prezioso per l’originalità del «portrait » che ci presenta la biografia della santa a partire da sette scorci di paesaggio. E prezioso, infine, per le 35 miniature riprodotte in dimensioni originali, che corredano il volume.
Alcuni giorni fa, l’opera è stata presentata alla Facoltà di teologia di Lugano, in una serata che ha visto alternarsi davanti al microfono il dottor Martin Zogg, che ha portato Sara Salvadori a Lugano; Azzolino Chiappini, già rettore della Facoltà di teologia che ha tracciato il ritratto della santa di Bingen e naturalmente Sara Salvadori, musicista prestata alla carta stampata, che ha presentato quello che è il primo dei due volumi che intende dedicare alla grande mistica e dottore della Chiesa, Ildegarda di Bingen.
Ildegarda è stata vessillo anche del movimento femminista, attraversando i secoli per parlare all’immaginario delle donne degli anni ’60 e diventare una sorta di “icona pop” da sbandierare nei cortei. “Si è trattato di un prestito storico legato ad una conoscenza un po’ superficiale della sua figura”, spiega Sara Salvadori. “Questo è comprensibile, visto la poliedricità delle sue competenze e l’ascolto che riuscì a garantirsi presso i potenti del suo tempo». Non è semplice da neofiti entrare nel complesso mondo di Ildegarda, che fu musicista, poetessa, pittrice, medico, naturopata, mistica, suora benedettina e badessa di due monasteri.
Sara Salvadori ha scelto di farlo a partire dal manoscritto miniato Scivias, in cui Ildegarda ha tentato di ridare o tradurre in linguaggio umano, quello che «vede et ode» durante le sue visioni. All’inizio del libro, la mistica racconta di come avesse cercato nel profondo del suo cuore, attraverso la preghiera, qualcuno con cui poter condividere questo suo cammino. La preghiera venne accolta e ad accompagnarla per tutta la sua vita vi furono il fedele Volmar, monaco benedettino e una giovane suora. E’ questo il trio che compirà l’opera di trascrizione dell’esperienza visionaria della santa. Un’esperienza difficilissima da condividere, che non coglieva Ildegarda nel sonno ma neppure la trasportava nel delirio, ma che percepiva attraverso «gli occhi e le orecchie dell’uomo interiore», come ebbe a scrivere all’inizio di Scivias. E questo la rende unica, rispetto ad altri mistici e mistiche.
Le 35 visioni di Scivias che Sara Salvadori ha pazientemente decodificato attraverso un lavoro durato sette anni, mostrerebbero che non solo è possibile percepire nel mondo terreno l’armonia del cielo, ma addirittura che non vi è frattura tra cielo e terra. Non è facile immergersi nel mondo colorato e visionario di Ildegarda. Per aiutarci a farlo, Sara Salvadori nel terzo capitolo del suo libro, propone una «Grammatica», che permette di avvicinare ogni visione secondo uno stesso e medesimo schema. Per ogni visione rappresentata c’è quindi una «guida» che concede al lettore – ma qui sarebbe il caso di dire, a colui che guarda – di avvicinarsi ai significati delle singole immagini delle visioni. Un percorso, per non dire un viaggio, dove nulla è casuale e dove tutto è disposto in un’economia attenta al simbolismo. E infine ci sono le tavole che riportano le 35 miniature che illustrano le 26 visioni, disposte secondo l’ordine cronologico proposto dal manoscritto. Ad ogni miniatura sono state dedicate due pagine. Una, che riproduce un facsimile della pagina miniata, e che ne rispecchia le misure originali, e la seconda dedicata alla spiegazione di quanto sta sotto i nostri occhi. Un’opera straordinaria questo «viaggio nelle immagini di Ildegarda di Bingen» che ci apre visivamente, per non dire visionariamente, il mondo che fu di Ildegarda e che – così si legge ancora nella prefazione di don Giorgio Mazzanti– costituiscono ancora oggi una profezia che Dio, tramite lei, manda a noi, al nostro tempo.
Il libro ha un prezzo accessibile e le miniature si possono anche semplicemente ammirate per la preziosità della loro fattura.
Corinne Zaugg