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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 ottobre 2025)
  • Domenica 19 ottobre 2025. Commenti al Vangelo

    Calendario romano

    XXIX Domenica del Tempo Ordinario

    Luca 18,1-8

    PREGHIERA E FIDUCIA: SENZA STANCARSI

    di Dante Balbo

    Se qualcuno sposta un oggetto anche solo di trenta centimetri, potrei non trovarlo.

    Se un bus si ferma prima o dopo il punto previsto, potrei perderlo.

    Se sbaglio strada, oggi ci sono gli smartphone e posso connettermi in videochiamata per farmi indicare la via giusta.

    In altre parole, nella mia vita ho dovuto imparare la dipendenza e a chiedere a qualcuno di aiutarmi.

    Nella ventinovesima domenica del Tempo ordinario, l'indicazione è proprio questa: pregare per ottenere, chiedere per ricevere, bussare insistentemente alla porta del cielo, perché qualcuno si affacci e risponda sollecito.

    Non è neanche necessario essere devoti, avere un passato di fedeltà al Signore, basta il coraggio di riconoscersi bisognosi, di ammettere che da soli non ce la facciamo.

    Una dimostrazione palese la si trova nella prima lettura, dove Mosè tiene alto il bastone del potere che gli ha dato il Signore, per sconfiggere gli Amaleciti in battaglia.

    Quando le sue braccia non reggono, viene sostenuto dai suoi amici; quando anche loro sono stanchi gli mettono sotto le braccia delle pietre.

    A volte non è il fervore del cuore a sostenere la preghiera, ma la volontà incessante di stare davanti a Dio a domandare il suo aiuto.

    Gesù, come spesso gli accade, esagera nella sua rappresentazione della capacità di Dio di ascoltarci.

    Usa l'immagine di un giudice, che esaudisce la richiesta di una vedova, solo per togliersela di torno, tanto era insistente.

    Se un giudice disonesto, che avrebbe fatto a meno di sostenere una donna che per condizione non aveva diritti, nessuno che la difendesse, nonostante il comandamento di Dio fosse dalla sua parte, tanto più Dio ascolta i suoi, la preghiera incessante della sua Chiesa, il grido degli ultimi.

    Spesso non sono le cose a cambiare, ma il Signore ci cambia il cuore, lo sguardo, la capacità di amare quello che prima non sopportavamo.

    lo ha detto bene il Vescovo Eugenio Corecco nella sua testimonianza, durante la malattia.

    Dopo un percorso difficile, è arrivato a recitare il salmo: Per me un giorno nei tuoi atri, è più che mille altrove!

    Calendario ambrosiano

    DEDICAZIONE DEL DUOMO

    Lc 6, 43-48 

    CRISTO: LA PIETRA ANGOLARE

    di don Giuseppe Grampa

    L'evangelo di questa domenica presentando un uomo che costruisce la sua casa su solida roccia ci ricorda che nostra roccia, nostro unico fondamento è Dio stesso. "Egli è la roccia" (Dt 32,4) e il Salmo 91,16 lo invoca "mia Roccia". La scelta di questo simbolo roccioso in questa domenica che è festa della nostra Chiesa ambrosiana che ha nel Duomo il suo centro e il suo cuore, ci ricorda questa semplicissima verità: la Chiesa ha come suo unico fondamento Gesù Cristo, la pietra angolare.

    Secondo l'insegnamento del Concilio la Chiesa avviene, cioè si realizza interamente e pienamente, là dove un vescovo, successore degli Apostoli, raccoglie una comunità annunciando l'Evangelo e celebrando l'Eucaristia. Scrive il Concilio: "In ogni Chiesa locale, per quanto piccola e dispersa è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa , cattolica e apostolica" (Lumen Gentium 26). Per noi che abitiamo questo territorio la Chiesa è questa santa Chiesa ambrosiana, che ha avuto grandi pastori ma non dimentichiamo che l'unico grande Pastore è Gesù e che la roccia, fondamento della Chiesa, è ancora Lui, il Signore Gesù. Questo vuol dire che la Chiesa non ha parole sue da dire ma deve solo instancabilmente annunciare l'Evangelo.

    Papa Francesco lo ha ricordato con efficacia con queste parole dette in piazza san Pietro: "Gesù, questo è importante. Se andiamo avanti grazie all'organizzazione, ad altre cose, anche belle, ma senza Gesù allora non andiamo avanti, e questo non va bene. Niente è più importante di Gesù. Ora voglio farvi un piccolo rimprovero, con spirito fraterno, tra noi. Avete tutti gridato, qui sulla piazza: "Francesco, Francesco, papa Francesco". Ma Gesù dov'era? Avrei voluto che voi gridaste: "Gesù, Gesù è il Signore ed è veramente in mezzo a noi". Da adesso in poi non gridate più ’Francesco’ ma ‘Gesù’.

    Una chiesa tutta concentrata su Gesù, unica roccia fondamento della nostra vita. E come ci ricorda ancora papa Francesco: "Seguire Gesù vuol dire imparare a uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell'esistenza, fare il primo passo verso i nostri fratelli e le nostre sorelle”.

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