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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (18 ottobre 2025)
  • La Santa Sede all'Onu: abbandonare la "logica illusoria" della corsa al riarmo

    È imperativo abbandonare la “logica illusoria” della corsa al riarmo e della deterrenza nucleare per abbracciare invece la strada del dialogo e del disarmo. L’osservatore permanente della Santa Sede, arcivescovo Gabriele Caccia, è tornato a chiedere la fine della “corsa al riarmo” durante il suo intervento ieri al dibattito generale del primo comitato dell’80.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

    Riscoprire il multilateralismo

    Il presule ha osservato che, a 80 anni di distanza dalla devastazione di Hiroshima e Nagasaki e dalla fondazione dell’Onu, “lo spirito della diplomazia e del multilateralismo, così attentamente forgiato per proteggere l’umanità dal flagello della guerra, è sempre più oscurato dal pericoloso ritorno della forza e della paura come strade per risolvere le dispute”. Citando le parole di Papa Leone XIV alla riunione delle agenzie di aiuto per le Chiese orientali dello scorso giugno, l’arcivescovo Caccia si chiede: “Come possiamo continuare a tradire il desiderio delle persone del mondo per la pace con la propaganda sull’accumulo di armi, come se la supremazia militare risolverà i problemi invece di alimentare ancora più odio e desiderio di vendetta ?". I soldi spesi in armi, che nel 2024 hanno raggiunto la quota “inaccettabile” di 2.700 miliardi di dollari, potrebbero servire a costruire nuove scuole e ospedali anziché a distruggerli.

    Il pericoloso legame tra armi e IA

    Caccia esprime inoltre preoccupazione per “la nuova corsa alle armi segnata dall’integrazione dell’Intelligenza artificiale (IA) nei sistemi militari con un enorme potenziale distruttivo”, invitando gli Stati dotati di arsenali nucleari a rispettare i loro obblighi relativi al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Npt) in particolare in vista della prossima Conferenza di revisione. L’applicazione dell’IA alle armi convenzionali, inoltre, “pone una grave sfida che deve risvegliare la consapevolezza etica dell’intera comunità internazionale” in quanto si tratta di armamenti che operano "senza alcun controllo umano" e quindi “travalicano ogni limite legale, securitario, umanitario e, soprattutto, etico”.

    Serve un cambio di prospettiva

    “Tragicamente, innumerevoli persone innocenti continuano a patire le conseguenze devastanti delle armi esplosive, che sono sempre più usate indiscriminatamente nelle aree popolate, così come la minaccia delle mine anti uomo che continuano a mutilare e uccidere molto dopo la fine dei conflitti”, prosegue l’arcivescovo, denunciando anche i traffici illeciti delle armi di piccolo calibro. “Quello che serve – conclude Caccia – è un fondamentale cambio di prospettiva: abbandonando l’affidamento alle armi per costruire la pace attraverso il dialogo, basato su un approccio umano centrico che è fermamente radicato nella dignità e nel pieno rispetto dei diritti umani, e impegnato allo sviluppo umano integrale”.

    Vaticannews

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