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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (21 ottobre 2025)
  • Alberto Lepori

    Lepori secondo Grampa: "Un cristiano dall'azione controcorrente"

    Un cristiano dall’azione “controcorrente”, così il vescovo emerito di Lugano, Pier Giacomo Grampa, ha definito Alberto Lepori (1931-2025) venerdì scorso a Massagno, ai funerali del giurista e politico ticinese che si è spento il 13 ottobre all'età di 94 anni. Mons. Grampa ha ricordato la figura del cattolico Lepori, dai ranghi dell’Azione cattolica ticinese fino al cammino con la rivista Dialoghi e all’incontro con i fermenti del Concilio. “Cristiano fedele, libero, impegnato – ha sottolineato Grampa - che, partito dalla gloriosa vicenda dell’Azione Cattolica, ‘antica maniera’, giunse ad una visione ed impostazione nuova di maggiore autonomia e libertà, nella fedeltà e nel coraggio non per battaglie datate, ma per impegni nuovi, concreti, aperti al discorso ecumenico, soprattutto alla valorizzazione di cristiani fedeli e coraggiosi testimoni del messaggio evangelico, di cui la Rivista ‘Dialoghi’, era espressione genuina”.  

    Impegno e militanza cattolica

    E proprio ripercorrendo l’impegno e la militanza cattolica e politica di Lepori, Grampa ha voluto ricordare “la direzione del Guardista prima e di Popolo e Libertà poi, l’impegno politico e pubblico a livello comunale e cantonale, quindi l’uomo di studio e di cultura nella commissione ‘Giustizia e Pace’ dei vescovi svizzeri, sempre fedele ai principi che andava approfondendo in acquisizioni sempre più genuine ed aderenti della visione cristiana”.

    “Alberto – ha proseguito Grampa – ha superato le discussioni per cercare l’identità del laico cristiano in rapporto ai chierici e ai religiosi. Superò la distinzione tra impegno nel campo religioso degli uni e in quello secolare degli altri, per affermare quella di ‘cristiano testimone’”.

    A tal proposito Grampa ha ricordato come già il card. Martini facesse presente che il termine “laikos” non si trova nel Nuovo Testamento e nella Settanta, dove definisce solo le cose inanimate. Lepori, ha precisato Grampa, non fu “un laico fedele” ma un “cristiano testimone, attivo, critico e innovatore”, capace di fare sua e rilanciare una delle lezioni più profonde del Vaticano II, l’idea di Chiesa come “popolo di Dio”, in cammino nella storia “non più clericale né trionfalista, ma fraterna, dialogante, capace di condividere le gioie e le angosce dell’umanità” (GS1). Lepori fu interprete quindi di un “cristianesimo incarnato”, dove “la Parola si fa carne” e la teologia si misura con la vita della gente. Lepori – ha concluso Grampa, ha così dato voce alla pastorale conciliare, nel vero senso del termine: “non un sapere da Cattedra, ma un pensiero che nasce dall’ascolto, dal discernimento e dal servizio ecclesiale”. (red)

    leggi anche il ricordo di Lepori scritto dal professor Alberto Bondolfi

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