Stanislao Pawlowski di Losone e suo figlio Romolo desiderano iniziare il racconto dal cimitero: “Qui riposa mio padre e anche le ceneri degli internati morti durante la costruzione della Strada dei Polacchi. La strada è un percorso che porta fino ai giorni nostri. E noi che raccontiamo lo facciamo per ricordare la solidarietà del Ticino affinché non muoia mai. Proprio oggi che la storia tristemente si ripete”.
Il suo nome e il cognome ci ricordano che 80 anni fa veniva inaugurata la strada dei polacchi, tra arcegno e le centovalli, un lavoro di pubblica utilità nel quale sono stati impegnati gli internati polacchi durante la seconda guerra mondiale. Domenica 11 settembre a Losone presso l'ex-caserma ci saranno diverse attività e la messa per celebrare, ricordare e tramandare.
Il padre di Stanislao Pawlowski ai tempi della seconda guerra mondiale era un giovane militare di leva. Fu travolto dalla guerra nella sua terra e dopo l'occupazione della Polonia fu inviato a difesa della Francia contro la Germania. Durante gli eventi bellici, e dopo, furono migliaia i Polacchi che trovarono rifugio in Svizzera. Molti anche in Ticino, sparsi sul territorio realizzarono diverse opere di pubblica utilità. A Losone fu costruita appunto la strada ma anche furono bonificate le Gerre. Un segno indelebile sono oggi i discendenti di quegli internati. Alcuni trovaro lavoro, altri l'amore: il padre di Stanislao Pawlowski entrambi e decise di rimanere. “Non era piu' la Polonia che conosceva, i genitori erano morti subito dopo la guerra, aveva dei fratelli e una sorella che lascio' che aveva 19 anni e non rivide mai piu'. Fu molto doloroso. Ottenne il passaporto svizzero molti anni dopo il suo arrivo e comunque le condizioni economiche non permettevano di poter viaggiare”.
Il tono è serio, ma si riesce a sdrammatizzare quando ricorda un aneddoto che il padre raccontava quando lui era bambino: “Quando ricevevano il pasto, che era poco, spesso ci sputavano: per evitare che qualcuno glielo mangiasse”. Tempi difficili, lontani.
“Un elemento che fece subito breccia nella gente di Losone è la religione. Erano tutti cattolici e chi piu' e chi meno frequentavano la messa della domenica e per strada mentre arrivavano cantavano. Tutti qui si ricordano quei canti.”
Oggi il nipote dell'ex combattente, Romolo Pawlowski, è una terza generazione perfettamente integrata e il cognome che porta con orgoglio è la chiave per continuare a tramandare il ricordo: “Anche se non parlo il Polacco!”, dice sorridendo.
Parliamo di memoria per guardare ai nostri giorni in cui la guerra e le sue conseguenze sono uscite dai telegiornali. L'appuntamento per ascoltare e vedere l'intervista a Stanislao Pawlowski è per sabato 10 settembre ore 18:35 RSI LA1 a Strada Regina, in studio come ospite Antonio Simona, ex-direttore del centro richiedenti asilo di Chiasso.