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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (21 agosto 2025)
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  • Mons. Charles Morerod

    Mons. Morerod nega di aver voluto distruggere dei dossier contenenti abusi

    Mons. Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo (LGF), è stato accusato in una lettera recapitata a mons. Joseph Bonnemain, vescovo di Coira, di aver bruciato documenti che denunciavano abusi sessuali. Mons. Morerod nega però di averlo fatto, spiegando di essersi liberato di posta confidenziale inviata al suo predecessore, Mons. Bernard Genoud, senza conoscerne il contenuto. Posta che legalmente non poteva aprire.

    "Una tempesta in un bicchiere d'acqua". Così mons. Morerod ha descritto ai colleghi di cath.ch la polemica appena sorta sulla presunta distruzione di documenti sensibili nell'episcopato della LGF, distruzione che – tra l’altro - il vescovo Charles non ha mai nascosto. La questione nasce da una lettera inviata recentemente da una donna (A-L.V.) a Mons. Bonnemain, in qualità di direttore dell'inchiesta canonica preliminare avviata dal Vaticano contro membri della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS).

    Accuse di insabbiamento

    La procedura di Roma nei confronti di alcuni vescovi svizzeri rivelata dal Sonntagsblick lo scorso settembre e confermata dalla CVS, è stata avviata in seguito alla denuncia di don Nicolas Betticher, un sacerdote del cantone di Berna. Il sacerdote ha denunciato a Roma presunti casi di gestione inadeguata di segnalazioni di abusi sessuali che coinvolgono tre vescovi romandi mentre l’abate di St-Maurice è stato denunciato per un presunto caso di molestie sessuali. L’abate si è dimesso lo scorso settembre per permettere che le indagini facciano il loro corso.

    Documenti sensibili dati alle fiamme?

    La distruzione di documenti sensibili si aggiunge alle accuse di insabbiamento nei confronti del vescovo Charles per un caso molto noto in Romandia, l’affare Froscaux. Nella sua lettera, A.-L.V. ricorda un incontro avuto con il vescovo Morerod il 18 novembre 2015. La donna era venuta a offrire servizi terapeutici per i sacerdoti della diocesi. Mons. Morerod non ha dato seguito alla proposta. Ma A.-L.V afferma nella sua lettera: "Durante la discussione, Mons. Morerod mi ha confessato di aver bruciato una scatola piena di denunce, con il pretesto che erano indirizzate a Mons. Genoud e che non lo riguardavano". La lettera della terapeuta è stata inviata al vescovo Bonnemain, in qualità di direttore dell'indagine canonica organizzata dal Vaticano, ma anche a diversi media. Il portale in lingua tedesca kath.ch ne ha riportato il contenuto il 10 novembre 2023.

    Nel quotidiano La Liberté del 14 settembre, il vescovo Morerod aveva dichiarato che nessun fascicolo è stato distrutto nella Curia della diocesi di LGF negli ultimi 20 anni. A.-L.V. ha deciso di rendere pubblica questa lettera, accusando quindi il vescovo Charles di presunta "menzogna".

    Nessuna rivelazione

    Tuttavia, interrogato dai colleghi romandi di cath.ch, mons. Morerod ha negato categoricamente di aver pronunciato la frase riferita da A.-L.V. La donna ha interpretato male le sue parole. Il vescovo le ha semplicemente detto di aver bruciato due scatole contenenti lettere indirizzate a mons. Bernard Genoud, vescovo della LGF dal 1999 al 2010.

    "A.-L.V. aggiunge in questa lettera ('se questa lettera è la stessa che un giornalista mi ha recentemente inoltrato', nota Mons. Morerod) che gli ho detto che un sacerdote (questo è falso, in quanto si trattava di un laico -precisa il vescovo) mi aveva chiesto se non avessi pensato che queste lettere potessero contenere del denaro: la domanda nasce proprio dall'ignoranza del contenuto". Il vescovo assicura che non c'è stata alcuna rivelazione in merito e che da anni parla apertamente di questa sua azione. "Non è una novità", dice. Ne ha parlato anche a un gruppo di giornalisti nel contesto della vicenda di Frochaux, oltre che alle vittime. Il vescovo sostiene di aver ordinato di dare fuoco alle scatole senza nemmeno aprire le lettere.

    Mons. Morerod ha agito nel rispetto della legge

    Ma il vescovo Charles Morerod sarebbe stato tenuto a aprire le lettere per verificare che non contenessero accuse di abusi sessuali? Le scatole distrutte contenevano lettere con la dicitura "confidenziale". "Mons. Morerod avrebbe quindi violato la legge se avesse aperto la posta", osserva Laure-Christine Grandjean, portavoce della diocesi di LGF, ricordando l'articolo 179 del Codice penale svizzero, che recita: "Chiunque, senza averne il diritto, apre una lettera o un pacco sigillato al fine di conoscerne il contenuto è punito". Questo principio è sancito anche dalla Costituzione svizzera (art. 13). L'unica persona che ha il diritto di aprire una lettera sigillata è la persona a cui la lettera è indirizzata. "Dalle disposizioni di legge risulta inoltre che la posta non aperta, indirizzata a una persona deceduta, non può essere archiviata", aggiunge la portavoce. Aspetti questi, confermati da un avvocato alla diocesi di LGF. (cath.ch/arch/kath/rz/traduzione e adattamento catt.ch)

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