Sarà un anno singolare il 2025, perché la Pasqua, nei due diversi calendari utilizzati da cattolici - che tra l’altro vivranno il Giubileo ordinario - e ortodossi, quello gregoriano e quello giuliano, ricorrerà nello stesso giorno, e dunque la sua celebrazione “sarà comune per tutti i cristiani”. Inoltre si commemoreranno i 1700 anni del primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea, “che, oltre a promulgare il Simbolo della fede, trattò anche il tema della data della Pasqua, a causa delle differenti tradizioni esistenti già a quel tempo”. Si tratta di un’“importante occasione”, da “non lasciar passare invano”, raccomanda Francesco al Gruppo Pasqua Together 2025 ricevuto oggi in udienza e al quale ha consegnato il discorso preparato.
Il gruppo Pasqua Together 2025 riunisce realtà e comunità di diverse confessioni cristiane allo scopo di invitare le Chiese a celebrare la Pasqua in una data comune, di prepararsi al prossimo Secondo millennio della Redenzione, nel 2033, e a promuovere altre iniziative analoghe. Ai suoi componenti il Papa spiega che più volte gli “è stato rivolto l’appello a cercare una soluzione” a proposito della data della Pasqua “affinché la celebrazione comune del giorno della Risurrezione non sia più un’eccezione, ma diventi la normalità”. Da qui l’incoraggiamento a “chi si sta impegnando in questo cammino a perseverare, e a fare ogni sforzo nella ricerca di una comunione possibile, evitando tutto ciò che può invece portare a ulteriori divisioni tra i fratelli”.
Francesco sottolinea che “la Pasqua non accade per nostra iniziativa o per un calendario o un altro” e spiega il significato della Risurrezione di Cristo.
L’evento Pasquale è avvenuto perché Dio “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Non dimentichiamo il primato di Dio, il suo "primerear", il suo aver fatto il primo passo. Non chiudiamoci nei nostri schemi, nei nostri progetti, nei nostri calendari, nella “nostra” Pasqua. La Pasqua è di Cristo!
Occorre “camminare insieme”, conclude Francesco, e per questo sarebbe opportuno “ripartire, come gli apostoli, da Gerusalemme, luogo dal quale l’annuncio stesso della Risurrezione si è diffuso nel mondo”. Lì il Papa esorta a tornare “a pregare il Principe della Pace perché ci doni, oggi, la sua pace”.
Vatican News
Molti i temi evocati da Francesco: la denuncia della guerra, la situazione "ignobile" a Gaza, il terrorismo in Germania e Usa, l’antisemitismo, le persecuzioni religiose, il diritto all'aborto "inaccettabile", le insidie delle nuove tecnologie e la cancel culture.
All’udienza generale Francesco riflette “sulla piaga del lavoro minorile”, tuttora dilagante, e denuncia che in ogni parte della terra ci sono minori "sfruttati da un’economia che non rispetta la vita" e che così "brucia il più grande giacimento di speranza e di amore".
In un messaggio dal suo account X il Papa si dice vicino preghiera a chi “soffre a causa dei conflitti in atto”. Le celebrazioni nelle comunità cattoliche e ortodosse che seguono il calendario giuliano.