Rinnovare i linguaggi della preghiera, fulcro "della missione della Chiesa", attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e partendo da una trasformazione intima "del cuore", perché lì risiede tutto il bene, ma anche il male, delle nostre società. Sono gli auspici e gli obiettivi sui quali si orienterà il lavoro del nuovo direttivo della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, nata nel 2014 dalla rifondazione dell'Apostolato della Preghiera ed istituita come Opera Pontificia da Francesco nel 2018. I nuovi vertici sono stati presentati oggi, 5 dicembre, presso la Sala Stampa della Santa Sede, introdotti da padre Frédéric Fornos, gesuita, che concluderà il suo mandato come direttore internazionale della Rete a fine anno.
L'occasione è stata anche quella di ricordare i traguardi raggiunti dall'Opera nel suo decimo anno di attività. Essa è attiva in tutto il mondo attraverso 90 team nazionali, animati per una missione che padre Fornos ha definito "semplice", ovvero "mobilitare i cattolici attraverso la preghiera e l'azione, per affrontare le sfide dell'umanità e della missione della Chiesa". Tra i progetti innovativi lanciati in questi anni, il gesuita ha ricordato la piattaforma di preghiera Click To Pray e il Video del Papa, tradotto in 23 lingue, dove Francesco commenta la sua intenzione di preghiera ogni mese.
All'udienza generale, Francesco inaugura un nuovo ciclo di catechesi per il Giubileo, dal titolo “Gesù Cristo nostra speranza"
Il libro «Life, la mia storia nella storia» arriverà in versione cinematografica. Il Papa ringrazia definendo il cinema «una forma di poesia».
Come con il suo rappresentante in Ucraina, Francesco invia una lettera al nunzio nella Federazione russa per i mille giorni del conflitto. “La sofferenza degli innocenti è denuncia potente contro ogni forma di violenza”, afferma il Pontefice, incoraggiando “a rinnovati sforzi diplomatici per fermare la progressione del confitto”.