“Rimuovere dalle chiese i mosaici di padre Rupnik”. Cinque donne - una italiana, una francese, una slovena e due donne che hanno voluto mantenere l'anonimato -che affermano di aver subito abusi psicologici, spirituali e sessuali da parte di padre Marco Ivan Rupnik, l’ex gesuita famoso in tutto il mondo per i suoi mosaici, hanno chiesto ai vescovi cattolici di tutto il mondo di rimuovere i suoi mosaici dalle chiese, affermando che la loro esposizione nei luoghi di culto è “inappropriata” e ritraumatizzante per le vittime che “quotidianamente devono confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno arrecato loro”. Attraverso il loro avvocato, Laura Sgrò, le donne hanno inviato lettere ai vescovi del mondo dove chiese e basiliche ospitano alcuni dei quasi 230 mosaici di padre Rupnik. “Tali opere – scrive l’avvocato Sgrò – non possono restare ove sono state poste sia per il rispetto nei confronti delle vittime sia per il carattere stesso del luogo di preghiera”.
Rupnik, classe '54, sacerdote ed ex gesuita sloveno nonché mosaicista di fama mondiale, è accusato di aver compiuto per anni - quasi trenta - violenze psicologiche e sessuali su almeno venti donne, in particolare all'interno della comunità da lui guidata a Lubiana, oggi sciolta. Tuttavia le sue oltre 200 opere, visibili a Lourdes, Fatima, Damasco, Washington e appunto in Vaticano «sono esposte nei luoghi in cui ciascun credente si raccoglie in preghiera (...) e suscitano turbamento negli animi dei fedeli», scrivono le vittime in una lettera indirizzata a tutti i vescovi del mondo, chiedendo quindi di rimuovere le opere realizzate da padre Marko Rupnik presenti nelle varie diocesi.
Qui la puntata di "Strada Regina" dedicata al caso di Rupnik: L'artista Rupnik accusato di abusi sessuali – Strada Regina del 25.11.2023 (catt.ch)
Agenzie/red
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