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Parola del giorno rito Romano | Ambrosiano (17 novembre 2025)
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    Sinodo: pubblicati i rapporti intermedi dei gruppi di lavoro

    A venti mesi dalla loro istituzione per volontà di Papa Francesco - che desiderava una più stretta collaborazione tra Dicasteri della Curia Romana e Segreteria Generale del Sinodo - i dieci Gruppi di Studio chiamati ad approfondire le tematiche emerse nella doppia sessione del Sinodo sulla Sinodalità hanno diffuso oggi, 17 novembre, le loro Relazioni intermedie. Un passo in avanti, dopo la presentazione delle prime relazioni nel corso della seconda sessione dell’assise (ottobre 2024).

    Due nuovi gruppi

    Diversi i temi: dalla missione nel digitale ai ministeri e la partecipazione femminile nella Chiesa; dalle relazioni con le Chiese Orientali al ruolo dei nunzi e la scelta dei vescovi; poi ecumenismo, Chiese orientali, questioni dottrinali “controverse”, meglio definite come “emergenti”, quale ad esempio la violenza sulle donne nei contesti di guerra. Insieme ai rapporti, presentate pure le relazioni della Commissione canonistica e del SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar) sulla sfida della poligamia e, per la prima volta, quella del Gruppo su La liturgia in prospettiva sinodale. È questo uno dei due nuovi gruppi che Papa Leone XIV ha voluto aggiungere alla luce del Documento finale, e che ha iniziato a lavorare a fine luglio 2025. L’altro invece si sta ancora costituendo e riguarda Lo statuto delle Conferenze episcopali, delle Assemblee ecclesiali e dei Concili particolari.

    Proroga nella consegna dei rapporti finali

    Tutti i Gruppi erano stati chiamati a consegnare al Papa le loro riflessioni a fine giugno 2025. La morte di Francesco, l’elezione di Leone e l’esigenza di un maggior tempo per i lavori, hanno reso necessario prolungare la data di consegna. Leone XIV, nel luglio scorso, ha concesso la proroga e ha chiesto che i rapporti finali gli vengano consegnati, “nella misura del possibile”, il 31 dicembre 2025. “Alcuni Gruppi sono in procinto di concludere il loro lavoro, gli altri proseguiranno ancora nei prossimi mesi”, scrive il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, in una nota di accompagnamento.

    Le relazioni con le Chiese orientali

    Il primo rapporto è quello sulle relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina redatto dal Gruppo di Studio 1, i cui membri sono stati individuati dal Dicastero per le Chiese Orientali. Un questionario di 25 domande, “proposte e desideri” formulati dal Consiglio dei Patriarchi Cattolici del Medio Oriente, una consultazione su “tematiche di interesse comune”, hanno scandito il lavoro del Gruppo 1 e del Gruppo preparatorio, concentrato unicamente sulla cura pastorale dei fedeli orientali della diaspora sprovvisti di un gerarca. Tra i temi che il Gruppo si propone di sviluppare, la possibile revisione di norme del Diritto canonico orientale.

    Il grido dei poveri e della terra

    Quattro donne e tre uomini, tra religiosi e laici provenienti da cinque continenti, hanno lavorato invece nel Gruppo di Studio 2 sul tema dell’“ascolto del grido dei poveri e della terra”. I membri si sono messi in contatto con numerose reti e Chiese locali, hanno avuto diversi incontri su Zoom e nel report finora formulato hanno fatto confluire i suggerimenti di vescovi, teologi, operatori pastorali. Il Gruppo ha consultato pure la Unione dei superiori generali (Uisg), ha raccolto oltre 200 contributi da parte di istituti religiosi femminili, ha dialogato con l’Ufficio per la Disabilità della Conferenza Episcopale Australiana sulla partecipazione delle persone disabili alla vita della Chiesa. La stesura del rapporto finale è in corso; intanto, in questa “fase di restituzione”, ciascun membro del Gruppo si impegna per “entrare in contatto con persone o comunità povere o emarginate” nel proprio continente di origine.

    La missione nell’ambiente digitale

    In risposta all’appello del Sinodo sulla sinodalità, il Gruppo di Studio 3 ha approfondito la questione della missione della Chiesa nell’ambiente digitale mettendo al centro l’ascolto delle voci più diverse: rappresentanti della Santa Sede, teologi, esperti della comunicazione e accademici. Il Gruppo 3 ha proceduto pure alla consultazione di 84 Uffici Comunicazione delle Conferenze Episcopali, coordinati dal Dicastero per la Comunicazione. È stata inoltre avviata l’iniziativa “La Chiesa ti ascolta” con le esperienze di accompagnamento digitale da parte di 1.618 missionari digitali da 67 Paesi con i giovani e chi vive ai margini. Importante anche il confronto con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, i cui membri hanno messo in evidenza le questioni etiche e di tutela nei contesti digitali. Per una migliore dinamica sono stati istituti tre Gruppi di lavoro tematici, che riuniscono studiosi, esperti di pastorale, digital creators, giovani under 35 di ogni angolo del globo. Adesso si lavora alla stesura del rapporto finale che sarà aggiornato anche coi risultati emersi durante il Giubileo degli Influencer Cattolici.

    La revisione della Ratio sui sacerdoti

    Un lungo cammino è quello delineato nel rapporto del Gruppo di Studio 4, dedicato alla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, il documento del 2016 sulla formazione sacerdotale. La prospettiva è quella di una revisione della Ratio in chiave sinodale, tenendo conto però che si tratta di “un documento recente tuttora in fase di recezione, che ha portato già importanti novità in riferimento alla dimensione sinodale e missionaria della Chiesa”. Al momento si stanno preparando delle Ratio Nationalis (una parte è già confermata dal Dicastero per il Clero, altre sono in elaborazione), ma “non sembra opportuno pensare in questo momento a un vero e proprio rifacimento della Ratio”. Al contempo, il rapporto del Gruppo 4 evidenzia il fatto che ci sono “una serie di istanze” nell’attuale cambiamento d’epoca “che non si possono ignorare”. Tra queste, l’esigenza di “una formazione più calata nell’esperienza del Popolo di Dio”; momenti condivisi tra laici, consacrati, seminaristi; una maggiore partecipazione di donne e famiglie. Tutto ciò porta a pensare alla possibilità di stendere un Documento preliminare alla Ratio Fundamentalis. Quest’ultimo dovrebbe tener conto anche di “importanti sollecitazioni” avanzate da partecipanti al Sinodo sin dall’ottobre 2024, tra cui quella delle sfide di reti sociali e IA e la configurazione dei seminari.

    La partecipazione delle donne alla vita della Chiesa

    In linea con le indicazioni della Segreteria Generale del Sinodo, il Dicastero per la Dottrina della Fede - che con le sue istanze coincide con il Gruppo 5 - sta procedendo alla stesura del resoconto finale sullo specifico argomento della partecipazione delle donne alla vita e alla guida della Chiesa. “Enorme” il materiale raccolto e valutato dal Dicastero, il quale ha sollecitato “l’intervento” di donne coinvolte nella missione e nella guida della Chiesa.

    Più nel dettaglio, il resoconto finale sarà composto da una sintesi delle principali risultanze e convergenze sul tema del ruolo delle donne e anche da un’appendice di catalogazione dell’“ingente materiale” ricevuto dal Dicastero, a sua volta organizzato in sette parti che comprendono anche le testimonianze di donne che partecipano alla guida della Chiesa o lavorano nella Curia Romana; le tensioni critiche nei confronti del clericalismo e del maschilismo; il contributo di Francesco e di Leone XIV circa il ruolo delle donne nella Chiesa. La prima bozza del resoconto è stata discussa con le Consultrici dell’ex Sant’Uffizio già nel luglio 2025. Del loro contributo si avvarrà anche la seconda parte.

    Quanto alla questione dell’accesso delle donne al diaconato, tematica per la quale Papa Francesco ha “riattivato” i lavori della Seconda Commissione di Studio, il rapporto intermedio spiega che “a questa Commissione sono stati inviati tutti i contributi emersi nei lavori sinodali e relativi alla questione in parola”. I risultati del lavoro della Commissione saranno resi noti prossimamente.

    Relazioni fra vescovi, vita consacrata, aggregazioni ecclesiali

    Il lavoro del Gruppo di Studio 6 si è articolato in tre sottogruppi tematici che hanno analizzato i rapporti tra vescovi e consacrati, la collaborazione tra Conferenze Episcopali e Conferenze dei Superiori Maggiori, le relazioni tra aggregazioni ecclesiali e Chiese locali. Vescovi, consacrati e consacrate, laici e laiche, provenienti da diverse realtà geografiche si sono confrontati tra loro, tenendo come base Magistero ed esperienze dirette. Dopo dialoghi, interviste, questionari, confronti (non senza alcune “difficoltà”), i sottogruppi hanno elaborato una relazione sintetica e procedono alla stesura del resoconto finale. In questo ultimo tratto saranno ascoltati anche le Unioni dei Superiori e delle Superiore Generali (UISG e USG) e i Dicasteri competenti.

    Figura e ministero del Vescovo

    I criteri di selezione dei candidati all’episcopato, con la partecipazione dei vescovi del territorio e dei fedeli; la formazione iniziale e permanente dei vescovi; la funzione giudiziale del pastore; la natura e lo svolgimento delle visite ad limina, sono le direttrici sulle quali si è mosso il lavoro del Gruppo di Studio 7 che ha ascoltato in questi mesi circa 200 soggetti.  Il team si è riunito a cadenza mensile dalla fine della seconda sessione del Sinodo. Sul tema della selezione dei candidati all’episcopato, il Gruppo ha ottenuto da Papa Francesco, per mezzo dell’allora cardinale Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi, “la facoltà di esaminare le Istruzioni riservate” inviate nelle Nunziature “circa la procedura per le nomine episcopali nei territori di competenza” dei Dicastero per i Vescovi e per l’Evangelizzazione. Il Gruppo ha interpellato durante il Sinodo in Vaticano, circa 80 membri che hanno formulato domande ed aspettative. In una occasione è stata invitata “un’esperta nella selezione del personale dirigente di società internazionali” per trarre “informazioni utili dalle procedure in uso nella società civile”. Poi si è chiesto un parere a presidenti degli Episcopati e Rappresentanti Pontifici tramite questionari. Per iscritto, sono stati consultati anche laici e laiche e sono stati presi in esame circa 25 contributi liberi inviati alla Segreteria del Sinodo. Da questo grande ascolto, si è raggiunto il consenso nel Gruppo circa alcune prospettive. Ad esempio, quella di favorire “un maggiore investimento nella formazione del Popolo di Dio” o “un più incisivo coinvolgimento dei vescovi del territorio” nelle Chiese locali.

    Il ruolo dei Nunzi

    Al Gruppo di Studio 8 è stato affidato il compito di “esaminare” come il ministero dei rappresentanti pontifici “possa svilupparsi in una prospettiva più missionaria e sinodale”. Il mandato si è tradotto in numerosi incontri presso la sede della Segreteria Generale del Sinodo a Roma o tramite Zoom. In primis, è stato convocato un incontro speciale coi presidenti delle Conferenze Episcopali presenti al Sinodo di ottobre 2024. Dei 61 presenti, 45 hanno partecipato; altri hanno avuto colloqui personali con membri del Gruppo. È stato, poi, organizzato un webinar coi nunzi di tutto il mondo per discutere di sinodalità (87 partecipanti). Ai presidenti dei diversi Episcopati è stata inviata anche una lettera a firma del cardinale Grech e del cardinale Oswald Gracias, arcivescovo emerito di Bombay (India), con l’invito a proporre suggerimenti riguardo al ministero dei nunzi. Un’altra lettera è stata inviata agli stessi diplomatici, invitandoli a offrire osservazioni e indicazioni. In entrambi i casi, le risposte sono state positive e di grande valore. La fase in corso è dunque quella di elaborazione, analisi e condivisione dei contenuti con i membri del Gruppo di Studio. Considerando le distanze geografiche sarà necessario del tempo, ma si prevede che il rapporto finale possa essere consegnato entro fine dicembre 2025. Tra gli ambiti di approfondimento: il processo di selezione dei candidati per l’Accademia e la loro formazione; l’assistenza ai membri del Servizio diplomatico nei primi anni di attività; incontri regionali tra nunzi; cura dopo il pensionamento.

    Questioni dottrinali, pastorali ed etiche “emergenti”

    “Una conversione del pensiero e una trasformazione delle pratiche in fedeltà contestuale al Vangelo di Gesù”. Da qui si è mosso il lavoro del Gruppo di Studio 9 sulle questioni dottrinali, pastorali ed etiche “controverse”. E anche sulle questioni che è sembrato adeguato definire “emergenti” più che controverse, quali omosessualità, conflitti e pratica non violenta del Vangelo, violenza sulle donne in situazione di conflitto armato. Su di esse, si specifica nel rapporto, l’obiettivo non è di “dare soluzioni che vadano bene per tutti, ma di fornire alcuni criteri di riferimento”. L’orizzonte è il “principio di pastoralità”, cioè la logica per cui “non c’è annuncio del Vangelo di Dio senza riconoscimento e promozione della soggettività dell’altro, ospitalità e responsabilità nei confronti dell’interlocutore a cui ci si rivolge”.

    Il cammino ecumenico

    Sinodalità e unità dei cristiani, due temi interdipendenti. A partire da questo principio il Gruppo 10 ha approfondito i frutti del cammino ecumenico in riferimento a tre questioni: sinodalità e primato petrino; ospitalità eucaristica, con particolare attenzione a coppie e famiglie interconfessionali; il fenomeno delle comunità “non denominazionali” e i movimenti di “risveglio” di ispirazione cristiana. Dopo l’elaborazione di un quadro teologico e pastorale, sono in corso le consultazioni con il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani; con comunità ecumeniche come Taizé, Chemin Neuf, Focolari, con teologi di diversi continenti. L’obiettivo è redigere linee guida pratiche.

    La liturgia in prospettiva sinodale

    Undicesimo Gruppo di Studio – voluto, come detto, dal Papa - è quello sulla liturgia che, per la prima volta, presenta il suo lavoro. Coordinato dal Dicastero per il Culto divino, in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo, il team espleterà il proprio mandato a partire dalla riflessione sul legame tra celebrazione eucaristica e vita sinodale missionaria della Chiesa. Tra i temi in esame anche quello di “come promuovere in particolare il riconoscimento del ruolo delle donne, soprattutto laddove costoro continuano a patire forme di discriminazione, anche mediante la valorizzazione nei lezionari liturgici delle testimonianze scritturistiche sul ruolo delle donne nella storia della salvezza”.

    Commissione Canonistica

    Ai rapporti intermedi dei dieci Gruppi di Studio, si aggiunge quello della Commissione canonistica, istituita durante la prima Sessione del Sinodo nel 2023. Da allora, la Commissione si è riunita otto volte e ha affrontato i temi di laicato/ donna; Conferenze Episcopali/ Concili particolari; organismi di partecipazione. Su di essi si valuta la possibilità di revisioni nell’attuale normativa.

    Poligamia

    Sul tema della poligamia, la Chiesa in Africa ha costituito un gruppo di esperti all’interno del SECAM. Dodici specialisti provenienti da isole e regioni, esperti in diritto canonico, antropologia, studi biblici, pastorale, riflettono su come “promuovere un discernimento teologico e pastorale sulla poligamia” e come accompagnare le “persone in unioni poligamiche che si avvicinano alla fede”. La metodologia adottata si è sviluppata in tre fasi: ascoltare, valorizzare, impegnarsi. I quesiti centrali sono: quale cura pastorale è appropriata per le persone poligame? Quali iniziative pastorali possono sostenere i cristiani nell’accogliere il matrimonio monogamico? Il gruppo ha stilato anche un documento preliminare condiviso con il Dicastero per la Dottrina della Fede che ha dato “un riscontro incoraggiante”, unitamente a “osservazioni specifiche”. Il testo è quindi oggetto di ulteriore revisione e per questo non è stato inviato alle Conferenze Episcopali nazionali. È stato però presentato e discusso da vescovi e teologi nel corso della plenaria del SECAM a Kigali (Rwanda) la scorsa estate.

    fonte: vaticannews/red


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