«Questa economia uccide». Era il 2013, primi respiri di un pontificato giunto ora al suo sesto anno, e nella esortazione apostolica Evangelii Gaudium, road map del suo magistero, Papa Francesco non esitava a stigmatizzare uno dei mali di questo tempo: l’economia che mette al centro di tutto il «dio denaro», schiaccia l’uomo e ubbidisce solamente alle sue logiche.
Una tendenza che, nel corso degli anni e con l’acuirsi di una crisi globale, è andata sempre più peggiorando. Per contrastarla Francesco convoca i giovani economisti e gli imprenditori dei cinque continenti dal 26 al 28 marzo 2020 ad Assisi, il luogo del Santo di cui ha scelto di ereditarne il nome e lo spirito, emblema di quella povertà evangelica che non è condanna dei ricchi ma dell’idolatria della ricchezza.
Il Papa argentino tornerà così per la quarta volta nella cittadina umbra. L’obiettivo della tre giorni dal titolo “The Economy of Francesco” è chiaro ed è Bergoglio stesso a dichiararlo nella sua lettera a tutti i partecipanti: dare vita ad «un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda». A questo fine si accompagna l’auspicio che l’iniziativa - «che ho tanto desiderato», rivela il Papa - «ci conduca a fare un “patto” per cambiare l'attuale economia e dare un'anima all’economia di domani».VaticanInsider