Il Consiglio europeo ha definitivamente adottato il 14 maggio la riforma del patto Ue sulla migrazione e l'asilo, un testo che stabilisce una serie di regole che, nelle intenzioni dell'Unione europea, dovrebbe fare in modo che la gestione degli arrivi dei migranti avvenga in modo ordinato. Tra i 27 , Ungheria e Polonia hanno espresso voto contrario contro tutti i testi legislativi, altri si sono astenuti o hanno votato in modo contrario ma nei singoli casi. Tutti i regolamenti e le direttive sono stati però approvati. Gli Stati membri avranno ora due anni di tempo per mettere in pratica le leggi adottate che puntano a stabilire regole comuni per normare l’accoglienza e la ricollocazione dei richiedenti asilo.
Le regole approvate riguardano la gestione interna dei flussi, i controlli alle frontiere, il meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri, il regolamento sulla banca dati Ue delle impronte digitali e quello sulla procedura d’asilo. Tra le controverse novità, il punto in cui si prevede una procedura accelerata di frontiera, con l'obiettivo di essere più rapidi ed efficaci, denominata border procedure il che avverrà per quelle nazionalità il cui tasso di riconoscimento di status di rifugiato in Ue è inferiore al 20%. Una modalità fortemente criticata da molti perché lederebbe il diritto d'asilo. Di questo è convinto padre Camillo Ripamonti, direttore del Centro Astalli, sede italiana del Jesuit Refugee Service, che offre dal 1981 accoglienza a chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze. Ripamonti sottolinea come questo cambiamento limiterà l’accesso ai diritti umani fondamentali. “Per un numero consistente di persone - spiega il gesuita - la valutazione arriverà alla frontiera, con il rischio che non venga approfondita la storia del singolo, mettendo così a rischio il diritto di chiedere asilo da parte di persone che fanno viaggi lunghi e molto difficoltosi. La riforma va dunque ad inficiare il diritto d’asilo stesso”.
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Il messaggio lancia un appello per la liberazione “degli ostaggi, dei prigionieri, il ritorno dei senzatetto e degli sfollati, la cura dei malati e dei feriti, il ripristino delle proprietà sequestrate o minacciate e la ricostruzione di tutte le strutture civili che sono state danneggiate o distrutte”.
Oggi, 12 dicembre, è la sua festa. La testimonianza di quanto la purezza del cuore possa far fiorire nel mondo la bellezza.