Con la solennità dell’Epifania, come i Magi, ognuno di noi è chiamato, qui e oggi, a mettersi in cammino, ascoltare e lasciarsi sorprendere dal Bambino con la Madre.
Ci permettiamo di proporre alcuni pensieri su questo mistero, scritti da S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) per l’Epifania del 1941 e del 1940, poco prima del suo martirio avvenuto nella camera a gas del campo di sterminio nazista di Auschwitz, il 9 agosto 1942.
«Ci inginocchiamo di nuovo con i Santi Magi alla mangiatoia. Il battito del cuore del divino Bambino ha guidato la stella che vi ci ha condotto.
La sua luce, lo splendore dell’eterna luce, risplende diversamente nell’aureola sul capo dei santi, che la Santa Chiesa ci indica quale corte del nuovo Re dei re. Essi ci fanno percepire qualche cosa del mistero della nostra chiamata.
I Re Magi si trovano alla mangiatoia quali rappresentanti di coloro che cercano da ogni terra e da ogni popolo. La grazia ve li ha condotti e in loro vive un puro desiderio di verità. Perché Dio è Verità e perché Egli si lascia trovare da coloro che lo cercano con tutto il cuore. In questi saggi, prima o poi, doveva risplendere la stella, che avrebbe indicato loro il cammino alla Verità.
Ora si trovano dinanzi alla Verità incarnata, immersi ed inchinati nell’adorazione e lasciano le loro corone ai piedi, perché tutti i tesori del mondo a Suo paragone non sono che un poco di polvere.
Anche per noi i Re hanno un significato particolare. Conosciamo Dio, ma sentiamo che Egli vuole essere cercato e trovato da noi in un modo nuovo. Perciò vogliamo alzarci e cercare la stella che ci indichi il giusto cammino.
Ogni mistero di questa vita, in cui tentiamo di penetrare con amante meditazione, è per noi sorgente di vita eterna. Se vedessimo il Salvatore con gli occhi spirituali davanti a noi, allora si risveglierebbe il nostro desiderio di accoglierlo in noi come pane di vita.
Il pane eucaristico risveglia il nostro desiderio di poter conoscere il Signore sempre più profondamente e rafforza il nostro spirito per una sua migliore comprensione.
Ecco un nuovo anno nella mano del Signore, se vivremo la fine di quest’anno non lo sappiamo, se però, ogni giorno, beviamo alle sorgenti del Salvatore, allora ogni giorno ci condurrà sempre più profondamente alla vita eterna e ci preparerà ad abbandonare con facilità e volentieri il bagaglio di questa vita terrena, quando risuonerà l’appello del Signore.
Il divino Bambino stenda la sua mano per rinnovare l’alleanza nuziale: affrettiamoci ad afferrare questa mano: «Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò timore?».
Questo l’augurio, nella preghiera.
Le carmelitane scalze del Monastero di San Giuseppe a Locarno Monti