In questo tempo di quaresima e di… coronavirus, che ci ha trovati tutti un po’ impreparati, apprezziamo maggiormente il dono della salute che oggi c’è (grazie a Dio) e domani potrebbe non esserci più. Questo dono spesso lo diamo per scontato. Quante volte ringraziamo il Signore per il dono della vita e della salute? S. Agostino diceva che per due cose dobbiamo sempre pregare: perché il Signore ci conservi gli amici (il santo era particolarmente sensibile a questo valore) e per il dono della salute. Questo tempo di solitudine e isolamento vediamolo anche in modo positivo; per fare più silenzio, per riscoprire i legami familiari e per approfondire la preghiera. «Non uscire fuori di te, rientra in te stesso. La verità abita nell’uomo interiore», così scriveva il santo di Ippona. Perché non riscoprire pure la lettura di un buon libro che ci edifichi? Sant’Agostino affermava che quando leggiamo, Dio parla a noi e quando preghiamo, noi parliamo con Lui. La conoscenza di Dio cresce in noi soprattutto con la meditazione della Sacra Scrittura che è Parola di vita eterna: «Luce e sapienza per chi è semplice, la rivelazione della tua Parola ». (Lit.) La Quaresima è tempo propizio per approfondire la conoscenza di Dio e di noi stessi, che sono essenziali nel cammino spirituale. Sant’Agostino, pregava così: «Signore, che io conosca me, che io conosca te». Anche San Bernardo affermava: «Dobbiamo guardare noi stessi per dolerci dei nostri peccati in ordine alla salvezza, ma dobbiamo anche guardare Dio, respirare Lui e avere la gioia e la consolazione dello Spirito Santo. Da una parte ci verrà il timore e l’umiltà, dall’altra la speranza e l’amore». Santa Caterina da Siena, scrivendo ad un frate agostiniano, sosteneva che la conoscenza di sé senza quella di Dio, porta alla disperazione; la conoscenza di Dio senza quella di sé, porta alla superbia. Occorre chiederle umilmente entrambe, nella preghiera. Più contempliamo Dio e più vediamo quanto egli si china sulla nostra piccolezza, con tenerezza paterna.
In quaresima contempliamo i 40 giorni di Gesù nel deserto (forse non è un caso che il coronavirus faccia fare la quarantena), quando, tentato da Satana, il Signore lo vince con le parole della Scrittura. Anche noi possiamo vincere l’antico avversario con a fianco Gesù che lotta con noi, con la preghiera e la mortificazione. Colui che è in noi, afferma la Scrittura, è più forte di colui che è nel mondo.
Con Gesù vinceremo le tentazioni e, con l’aiuto della preghiera (oltre che della medicina), anche il coronavirus. Così dice Gesù ai suoi discepoli nel lungo discorso dell’ultima Cena: «Avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!»
Suor Sandra Kuenzli, agostiniana del monastero di Locarno