Dopo quattro anni di restauro, i monaci di Hauterive (FR) hanno ritrovato la loro chiesa il 27 giugno 2025. «Questa ristrutturazione è un immenso dono per la nostra comunità e per i fedeli», si è rallegrato l’Abate Marc de Pothuau.
L’emozione era palpabile nelle voci e negli sguardi degli artigiani di questo grande cantiere che ha dato un nuovo volto alla chiesa di Santa Maria d’Hauterive. Questo gioiello del patrimonio friburghese e svizzero, costruito nel 1150, ha ritrovato tutto il suo splendore. La consegna simbolica della chiave all’Abate da parte di Charles Henri Lang, presidente della commissione edilizia, ha rappresentato un forte segno di rinascita.
Preservare il patrimonio, riorganizzare lo spazio della celebrazione liturgica e migliorare il comfort erano i tre obiettivi del cantiere, che ha rispettato sia i tempi sia il budget di quasi 10 milioni di franchi, si è rallegrato l’ex Consigliere di Stato Georges Godel, presidente della fondazione di Hauterive.
Un’assemblea celebrante
Fin dalle prime fasi del restauro, i monaci di Hauterive avevano espresso il desiderio di avvicinarsi ai fedeli e di costituire un’«assemblea celebrante», secondo lo spirito del Concilio Vaticano II. Tuttavia, il primo progetto dello spazio liturgico, che prevedeva di spostare gli stalli per una maggiore prossimità con i fedeli, è stato rifiutato dalla Commissione federale dei monumenti storici nel 2018.
Il secondo progetto, ideato dall’architetto francese Jean-Marie Duthilleul, riesce a conciliare la volontà dei monaci con le esigenze della protezione del patrimonio.
Il risultato è all’altezza delle aspettative. Fin dall’ingresso l’occhio è attirato dalla grande vetrata che illumina l’altare. Gli stalli, magnificamente restaurati, formano come un corridoio verso lo spazio del coro. Liberata dai banchi e dagli altari, la navata è diventata lo spazio della liturgia della parola, dotata di due file di stalli contemporanei dove i fedeli saranno disposti uno di fronte all’altro.
Datati 1482, gli stalli della chiesa sono stati smontati e restaurati pezzo per pezzo. Hanno rivelato rari decori pittorici dell’epoca rinascimentale sul retro, finora nascosti dagli altari barocchi. Gli stalli sono stati rimontati in modo identico e le pitture sono ora valorizzate.
La grande vetrata per sublimare lo spazio liturgico
Lo spazio liturgico è illuminato dalla grande vetrata, che aveva subito gravi danni durante la ristrutturazione barocca della chiesa tra il 1755 e il 1775. La parte inferiore mancante della vetrata, chiusa con tappi di molassa, è oggi completata dall’opera «Laudes» dell’artista friburghese Catherine Liechti, sul tema della pace. Questa creazione originale, elaborata in collaborazione con il maestro vetraio Pascal Moret, rappresenta una prodezza nell’arte del vetro. L’artista vi propone una struttura geometrica inedita scoperta da matematici nel 2023. Vi si può vedere come un volo di colombe. «Questo elemento illumina non solo l’altare principale, che non è mai stato spostato dalla fondazione del 1150, ma ci attira verso il cielo», si è rallegrato Don Marc de Pothuau.
La cappella di San Nicola
La cappella laterale gotica di San Nicola, edificata a partire dal 1320, ritroverà la sua funzione di luogo di raccoglimento. Precedentemente vuota, umida e chiusa al pubblico, è stata dotata di un arredo liturgico contemporaneo. «È lì che i monaci si riuniranno per celebrare l’ufficio notturno alle 4 del mattino», osserva Marc de Pothuau.
Il patrimonio artistico e storico è completato dal patrimonio vivente della vita monastica, ha sottolineato Stanislas Rück, conservatore dei beni culturali del cantone di Friburgo.
La luce scolpisce l’architettura
L’intero restauro è stato accompagnato anche da un’attenzione particolare all’illuminazione, concepita sia per valorizzare i vari elementi dell’architettura sia per rafforzare l’atmosfera spirituale secondo le ore del giorno e della notte e le stagioni.
La chiesa, già aperta al pubblico, sarà ufficialmente inaugurata il 4 settembre 2025 alla presenza del vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, Mons. Charles Morerod, e dei rappresentanti del mondo politico.
I fedeli dovranno però accettare un piccolo sacrificio, ha avvertito Marc de Pothuau. Il chiostro, aperto durante i lavori per consentire l’accesso alla cappella provvisoria, sarà nuovamente riservato all’uso esclusivo dei monaci e accessibile solo durante visite organizzate.
(cath.ch/mp/traduzione catt.ch/fa)