I vescovi della Conferenza episcopale del Nicaragua hanno deciso “di continuare a fornire il servizio” che il governo cdi Managua ha chiesto loro, “come mediatori e testimoni del dialogo nazionale”, “con lo stesso entusiasmo e lo stesso impegno”. Lo annuncia l’agenzia Fides, riportando le parole di mons. Silvio José Baez, vescovo ausiliare di Managua, che ha annunciato come il dialogo non si fermi e come i tentativi per un accordo pacifico per la democratizzazione del paese vadano avanti.
Speranza di una soluzione pacifica
Nonostante le aggressioni fisiche e verbali subite lunedì scorso a Diriamba dal cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua e presidente della Conferenza episcopale, dallo stesso mons. Baez, rimasto ferito ad un braccio e a cui è stata strappata la croce pettorale, e dal nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, i vescovi hanno deciso di andare avanti perché sperano di trovare una soluzione pacifica alla crisi sociopolitica che affligge il Paese e che ha provocato almeno 320 morti da aprile scorso.
La Chiesa è sempre garante del dialogo
In una riunione straordinaria, la Conferenza episcopale del Nicaragua è stata unanime nella decisione di continuare come garante in questo dialogo, iniziato il 16 maggio, perché, con le parole di mons. Baez, “continuiamo a credere che il dialogo sia il modo per superare la violenza”. “Non ci ritiriamo, nonostante l'ostilità del governo” ha ribadito il vescovo ausiliare di Managua. Mons. Baez ha anche esortato i nicaraguensi ad avere fede e a sperare che la pace sia raggiunta usando metodi pacifici.
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